San Josemaría Escrivá de Balaguer - fondatore dell'Opus Dei
Perché -  Il racconto degli inizi -  Chi è San Josemaria -  - Nella guerra civile -  Nota storica -  Cronologis dell'Opus Dei

Eredità -  Economia e gestione -  Vocazione All'opera -  Vocazione al matrimonio -   Mezzi di formazione -  Sommario 







Perché San Josemaría Escrivá (nella foto)

Scrivo di lui, anche se non l'ho mai Josemaría Escriváconosciuto di persona, perché sento di doverlo ringraziare con tutto il cuore per aver fondato l'Opus Dei e essersi impegnato al massimo umanamente possibile insieme al suo collaboratore e primo successore il beato Àlvaro del Portillo e con altri per fondare, sviluppare, e organizzare l'Opera di Dio e ottenere il riconoscimento ufficiale della Chiesa cattolica.

Questa particolare via di spiritualità e vita cristiana e di apostolato - la Società sacerdotale della Santa Croce e dell'Opus Dei, più semplicemente Opus Dei, anche chiamata "l'Opera" dai suoi fedeli - è stata riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa ed eretta come prelatura personale. Può dunque operare a pieno titolo nell'àmbito del diritto ecclesiastico proprio grazie al lavoro di instancabile impareggiabile esperto di diritto e teologia portato avanti dal fondatore.

Comincio col raccontare di me, come e quando per mia fortuna mi capitò di incontrare l'Opus Dei.
Negli anni '70 e '80 dibattendomi tra i problemi di una vita dedita totalmente a un lavoro assiduo e abbastanza pesante nel centro Siderurgico di Taranto, mi auto-giustificavo con la necessità di dover provvedere a mantenere adeguatamente moglie e tre figli.
In realtà lo facevo per dimostrare a mé stesso di essere capace di arrivare a certi traguardi professionali; ero però - e me ne resi conto solamente anni dopo - a un punto di abbrutimento e di cecità spirituale quasi senza ritorno.

Nella foto: vista parziale dello stabilimento siderurgico di Taranto (area ghisa). Ho lavorato qui dal 1969 fino al 1992 nelle seguenti funzioni e aree di lavoro:
  • IN MANUTENZIONE: AFO - TUB - LAM (1 E 2) - HSM (TNA 1 E 2) - GESTIONE SQUADRE DI LAVORO DI TERZI E PERSONALE PROPRIO - GESTIONE DI RICAMBI E MATERIALI
  • IN ESERCIZIO: DIREZIONE DI 2 TUBIFICI A SALDATURA LONGITUDINALE E 2 A SPIRALE.

Avevo a quel tempo perso di vista ogni aspetto di spiritualità e certi doveri che un uomo ha verso la propria famiglia, che non dovrebbero limitarsi a portare a casa i mezzi di sussistenza - pur se abbondanti - e lasciare tutto il resto a cura del coniuge come facevo io.
Mi sono poi reso conto che avevo sviluppato una vera e propria nevrosi.
Non so come sarebbe andata a finire se nel 1986 non fossi stato invitato a un "ritiro" spirituale da un collega, direttore del centro informatico dello stabilimento.
Più tardi mi resi conto che quella persona mi aveva contattato perché avevo fama di affidabilità competenza e dedizione al lavoro.
Per farla breve dopo di allora la mia vita ha subìto un ribaltamento spirituale. Ho ripreso a vivere un po' più da cristiano ma ci ho messo qualche tempo a capire come e cosa, perché - lo confesso - avevo allora un carattere poco elastico (spero che l'Opera mi abbia cambiato almeno un pochino).
Alla fine, nel 1989 a circa tre anni di distanza dal primo incontro ho chiesto e ottenuto l'ammissione all'Opera come membro soprannumerario.

Cosa significa essere membro soprannumerario dell'Opus Dei.
Per chi non lo sapesse, desidero precisare che un membro soprannumerario dell'Opera è una persona che vive nel mondo, meglio se è sposata e ha dei figli.
Questa persona svolge un lavoro, spesso una professione, e riceve da Dio una chiamata (la 'vocazione') che impegna a vivere la vita cristianamente e a santificarsi nel compimento delle attività che svolge e dei propri doveri quotidiani in genere.
Lo spirito dell'Opus Dei consiste infatti nel cercare la santificazione personale attraverso il compimento fedele dei doveri familiari, professionali e altro; inoltre - questo é molto importante - si richiede ai fedeli di capire meglio e cercare di seguire gli insegnamenti di Cristo per migliorare sé stessi e - in modo speciale - fare apostolato.
Non è una novità questa - del resto dovrebbero essere in grado di farlo tutti i fedeli della Chiesa - ma in realtà oggi non è una cosa molto diffusa tra i fedeli laici in genere.
Tutti i fedeli cristiani, conoscendo la via da seguire dovrebbero invece sentire l'urgenza e la necessità di far capire ad altri - quelli più vicini e alla propria portata - la bellezza di una vita spirituale santificata dallo stare pienamente nel mondo e seguire allo stesso tempo gli insegnamenti di Cristo: oggi invece molti hanno perso di vista questi doveri - assorbiti come sono dagli impegni della vita quotidiana - e ancóra credono che questo sia un compito riservato solo alle persone consacrate.

Chi volesse approfondire nei minimi dettagli la sacrosanta verità sull'Opus Dei, che smentisce leggende e malintesi che ancóra circolano, e chiarirsi qual sia il significato dell'avventura terrena del Santo Josemaía Escrivá de Balaguer, e le realtà che ha prodotto - sia quelle passate che quelle attuali - trova tutte le risposte alle possibili domande, e tutte le notizie su questa importante parte attiva della Chiesa Cattolica, all'indirizzo del sito ufficiale dell'Opus Dei (clicca).

Se poi qualcuno desiderasse conoscere come la pensa il sottoscritto sulla sequela di Cristo, cioè sul come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo stando nel mondo e nella propria situazione personale può aprire la pagina che rimanda ai commenti al Vangelo (clicca)

 

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Il racconto degli inizi

A chi conosce il Castigliano raccomando di richiedere a EDICIONES RIALP di MADRID il libro di cui allego l'immagine di copertina. È il racconto affascinante e avvincente di come è iniziata la avventura terrena del Santo Josemaría e della sua Opera, e copre il periodo dal 1933 alla fine della guerra civile spagnola.


Questa opera racconta senza fronzoli, ma con estrema completezza di note e riferimenti, tutta la storia dell'Opus Dei dalla sua creazione fino alla fine della guerra civile spagnola dello scorso secolo, e trasmette icasticamente nell'animo di chi legge il sentimento e l'atmosfera di tensione spirituale e le difficoltà di ogni tipo che San Josemaría ha dovuto affrontare e superare con l'aiuto di Dio e della Santa Vergine Maria. Tra pericoli di essere ucciso e sacrifici personali mentre intelligentemente, assiduamente, e con grande carità, prestava assistenza spirituale e materiale al prossimo, egli ha sentito chiaramente dentro di sé che Dio stesso gli chiedeva di fare l'Opus Dei, come più e più volte ripete lui stesso nei suoi scritti.

NOTA IMPORTANTE: DI QUEST'OPERA HO FATTO UNA TRADUZIONE IN ITALIANO RISERVATA STRETTAMENTE A UN CARO AMICO CHE MI HA DATO UNA COPIA DEL LIBRO ORIGINALE. SE QUALCUNO LO DESIDERA PUÒ CHIEDERE LA TRADUZIONE IN ITALIANO ALL'EDITRICE RIALP. NEL CASO LA TRADUZIONE NON FOSSE DISPONIBILE - E L'EDITORE MI FACESSE PERVENIRE UFFICIALMENTE IL PERMESSO DI FARLO - SAREI LIETO DI MANDARE LA TRADUZIONE COMPLETA RIVISTA E CORRETTA ALL'EDITORE STESSO E ANCHE A CHI ME L'HA RICHIESTA. NB. SCRIVO QUESTO ARTICOLO DI MIA INIZIATIVA E SOTTO LA MIA ESCLUSIVA RESPONSABILITÀ PERSONALE

Lino Bertuzzi - 19 Giugno 2019.


 

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CHI È Josemaría Escrivá de Balaguer.
Riferimenti biografici e di famiglia

Nb. Per chi non lo sapesse, nei paesi di lingua spagnola al cognome del padre si aggiunge quello della madre. Ad esempio nel caso del padre di Josemaría, il cognome Corzán, cioè quello di sua madre, si aggiunge al cognome del padre 'Escrivá'. La madre di Josemaría aggiunge al cognome di suo padre, Albás, quello di sua madre, Blanc.

Storia sintetica della famiglia

"Una mattina d'inverno guardava assorto la neve e il suo sguardo cadde sulle orme che avevano lasciato due piedi scalzi...capì che erano le impronte di uno dei frati carmelitani da poco giunti in città, e pensò: altri fanno tanti sacrifici per Dio e per il prossimo, e io non sarò capace di offrigli nulla?".

Dal libro:
Orme sulla neve
di Hemling Dennis M.
Edizioni ARES Milano

Codice: ART111
ISBN: 9788881550725
Anno: 1990
Pagine: 80
Codice: ART111
ISBN: 9788881550725
Anno: 1990
Pagine: 80

 

C'è da notare che San Josemaría - Im68dopo la morte del padre José - si è dovuto assumere l'onere di provvedere alle necessità e al mantenimento dei familiari che gli erano rimasti.
Altra cosa significativa che ìndica la fermezza e la decisione nel realizzare il nobile scopo che gli era stato ispirato da Dio, è il fatto che egli, con il consenso dei familiari, impegnó nel costituire l'Accademia-Residenza e poi nell'Opus Dei, pressoché tutto ciò che la famiglia possedeva, ereditato da un parente. Seguendo il suo esempio, anche tutti i membri numerari e i sacerdoti che avevano aderito all'Opera, convinti della chiamata di Dio, impegnarono in questa impresa apostolica quasi tutto ciò che possedevano.

 


 

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DURANTE LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA (1936-39)

Don Josemaría Escrivá per salvarsi la vita fu costretto a dissimulare la sua condizione clericale Im68nascondendosi in sedi diplomatiche e manicomi, per eludere l'attività di ricerca svolta nei suoi confronti da membri del cosiddetto Fronte Popolare che operava omicidi sommari a danno di religiosi e combatteva contro i nazionalisti di  destra e i conservatori del Generale Francisco Franco.
la persecuzione religiosa delle sinistre in Spagna, lasciò sul campo 6.845 martiri e più di settemila chiese distrutte!

Il ministero sacerdotale di San Josemarìa si svolse prima a Madrid e quindi a Burgos, ma ebbe sempre forti opposizioni, sia durante le varie fasi della guerra che dopo.

Il pretesto dell'opposizione, in tanti ambienti - della politica, ma perfino in quello della Chiesa - era la sua presunta vicinanza agli ambienti politici del nascente governo di Francisco Franco.

Il Caudillo infatti dell'appoggio alla Chiesa e del ripristino del suo ruolo dominante nella società spagnola aveva fatto la sua bandiera .
 

 

Sopra: tale è l'odio per la religione che questi feroci fanatici sparano anche alle statue.

A fianco una schifosa azione dei senza Dio:
DISTRUZIONE DI UNA CHIESA: CADAVERI DI RELIGIOSI ESTRATTI DALLE TOMBE, PROFANATI E VILIPESI

NDA.: dato il gran numero di martiri uccisi dai repubblicani spagnoli in odio alla fede, mi stupirei alquanto se qualcuno dicesse che un prete di allora, in Spagna ma anche altrove, avrebbe potuto essere partigiano di assassini atei, torturatori di sacerdoti e profanatori di tombe del Fronte Popolare! Folle sarebbe dir poco! (1)

Comunque sia, qualunque vicinanza o parentela politica si pensi di appiccicare a San Josemaría per cercare di screditare sia lui che l'Opera, è inesistente.
L'unica vicinanza e dedizione assoluta di San Josemaría, malgrado ogni ostacolo e contrarietà, è sempre stata quella a Dio ed alla Santa Vergine Maria.
C'è anche da precisare che tra i membri dell'Opera vige un'assoluta e naturale libertà di opinione.
Una libertà naturale, che è totale, purché non sia in contrasto con la fede e la prassi cristiana.

Nessuno di quelli che lo conobbero ha mai dubitato del suo affetto, della sua tolleranza e pazienza verso quelli con cui veniva a contatto, anche per gli avversari.
Raramente mostrò qualche ruvidità, segnatamente con chi non compiva bene il proprio dovere, ma in ogni caso sempre tenne sempre conto delle esigenze della carità e del perdono.
Alcuni, credo male informati, dicono che una certa vicinanza politica sarebbe confermata dall'appartenenza all'Opera di membri del governo franchista di allora, per esempio il ministro Luis Carrero Blanco assassinato il 20 dicembre 1973 in un attentato dinamitardo dell'ETA - lo ricordo anch'io - mentre si recava alla Messa del mattino. Un certo affetto per la persona, visto che era un membro dell'Opera, del genere non sarebbe una cosa strana, ma è smentita da altri fatti.

Nota(1): Ci sono stati ad esempio certi film tipo il 'labirinto del Fauno' un Horror - secondo me demenziale e bruttissimo del 2006 - scritto e diretto da tale Guillermo del Toro in cui il regista, probabilmente perché affetto da morbosità congenita e avversione alle idee 'di destra', come molti dei registi spagnoli (vedi Almodovar) mostrava 'en passant' la perversità dei militari nazionalisti contro un religioso.

Tipico dei comunisti e del 'politicamente corretto' è - quasi sempre, e inevitabile - il ribaltamento della verità.

 


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ATTENZIONE! Da cristiano quale credo di essere, mi dispiacerebbe procurare attacchi d'ira o di sconforto - o anche solo di semplice disagio - a coloro che ancora apprezzassero i metodi dei comunisti del secolo scorso, il collettivismo forzato, le brigate internazionali, la dolce torturatrice Dolores Ibarruri, gli incendiari dei conventi, i saccheggiatori delle Chiese, i profanatori di cadaveri di sacerdoti, e personaggi simili. Mi corre l'obbligo di farlo perché A) sono libero di esprimere la miA OPINIONE B) è la verità - i fatti sono incontestabili)

Suggerisco perciò a costoro di saltare a piè pari questa NOTA STORICA (clicca il link per saltare al prossimo punto)

NOTA STORICA:personalmente penso che un
cristiano, per dirsi ed esser tale, non possa e non debba condividere il pensiero relativista e neppure l'ateismo, il collettivismo, o l'anarchia.
Tuttavia, anche tanti cristiani -pur convinti e praticanti- potrebbero essere stati presi in giro e aver creduto al grande inganno dell'ipocrisia cosiddetta 'antifascismo' degli anni '60 e seguenti.
Nacque allora il politicamente corretto che ignorava e ancora oggi critica o sottovaluta la spiritualità e il carattere dell'Opus Dei, pur avendo a disposizione tutte le informazioni possibili e immaginabili. E non si cura minimamente di documentarsi.
Una certa propaganda politica ha diffuso informazioni tendenziose e convinzioni politiche 'di sinistra' - penetrate anche in molte delle persone cosiddette moderate - generando nei più il desiderio di omologarsi alle visioni di moda, magari per non sembrare dei biechi reazionari.

Si è perciò disprezzato demonizzato e anche odiato ferocemente il sincero cattolico Francisco Franco (Ferrol,4 dicembre 1892Madrid, 20 novembre 1975), proprio perché responsabile di aver salvato la Spagna dal comunismo assassino ateo e illiberale.
Egli, da monarchico convinto, mirava a mettere la Spagna nelle condizioni di accettare di riportare al potere la Monarchia costituzionale dei Borboni e - maturando i tempi - avrebbe gradualmente restaurato la democrazia in Spagna.

Chiudere la parentesi della dittatura franchista dopo la guerra civile non sarebbe stato pensabile, in quanto pericoloso per la pace interna della Spagna perché lo stalinismo era ancora ben vivo. E lo era anche molto più tardi, poco prima della morte del dittatore spagnolo.
Imperversava all'epoca nel mondo il moto rivoluzionario mondiale cosiddetto del '68, scatenato dal Comintern dell'URSS attraverso i partiti comunisti nazionali (clicca qui per aprire una pagina di testimonianza).
Tuttavia, si fa dire ad alcuni che diversi membri dell'Opus Dei furono esiliati o incarcerati, non perché assassini comunisti o rivoluzionari pericolosi, ma solo a causa della loro contrarietà al regime franchista.

Ora Francisco Franco (NELLA FOTO Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco Bahamonde) era monarchico, figlio di padre borghese di modesta estrazione, egli stesso cattolico fervente e praticante. Quindi penso che quando fu costretto a bloccare certi oppositori, egli lo facesse per dovere, perché era necessario, e non in nome della religione o per odio feroce - che è invece tipico degli atei - per il pur tremendo e pericolosissimo nemico comunista.Im68
Sapeva infatti molto bene quale fosse la situazione politica della Spagna di prima della guerra civile, quando alle ultime elezioni politiche del 1933 le varie formazioni di destra, nel complesso, avevano di superato quelle di sinistra per numero di consensi, ma aveva preso il potere la sinistra, che invece era unita.
Infatti mentre la sinistra era unita le destre erano litigiose e frazionate in tanti partitini, i cui capi erano in disaccordo tra loro. Questo aveva portato a un governo delle sinistre dove prevalsero gli estremisti, e propiziato lo scoppio della guerra civile.
Il Generale Franco voleva - secondo me giustamente - che una situazione simile non si potesse assolutamente più ripetere.
Infatti anche dopo la guerra civile - viste le azioni, la propaganda e gli abituali disaccordi tra le formazioni di destra - i dissidenti e oppositori non comunisti al governo franchista dimostravano di aver dimenticato i motivi che nel 1936 avevano portato quasi al successo l'orrendo comunismo staliniano.
Il Generale Franco fece allora quello che pensava - e aveva ottime ragioni - fosse necessario per il bene della sua Patria e il bene comune degli spagnoli: dopo aver bloccato il Fronte Popolare e bandito il comunismo dalla Spagna, impedì che degli scriteriati rovinassero la sua opera.
Bloccando sul nascere conati di rivolta e dissidenze pericolose, per evitare con sagacia e fermezza di ricadere nella situazione politica ed economica disastrosa anteriore alla guerra civile, il Caudillo era saggio e non commise imprudenze che sarebbero state fatali alla Spagna.
Per esempio rifiutò anche di allearsi con chi nel 1936 aveva sostenuto in modo determinante il suo levantamiento; questo dimostra la serietà, la saggezza e l'intelligenza dell'uomo, che si nota anche dall'espressione nella fotografia.

In coscienza si può affermare - se non si è politicamente ciechi - che Franco avesse avuto la vista corta o avesse sbagliato a prevedere la situazione nazionale e internazionale, e perciò a trattare duramente i comunisti e i rivoluzionari in Spagna?
Sicuramente non si può, visto quello che è accaduto dopo il 1939, dopo i disastri della seconda guerra mondiale, con i tentativi del comunismo di espandersi con ogni mezzo in Europa occidentale e nel mondo.
La conseguenza di tutti gli sforzi dei capi e sostenitori del regime comunista dell'URSS fu il fallimento economico dovuto principalmente al sottosviluppo prodotto dal collettivismo e agli errori politici: aver scatenato una corsa agli armamenti economicamente disastrosa per il blocco comunistam aver soffocato le ribellioni dei popoli vassalli all'est Europa, l'invasione dell'Afghanistan etc etc. Il muro di Berlino cadde, e la completa distruzione dell'URSS stessa fu inevitabile.

ESILIO E INCARCERAZIONI DEGLI OPPOSITORI E DISSIDENTI NON COMUNISTI DEL REGIME FRANCHISTA, CHE NON AVEVANO COMMESSO OMICIDI O ALTRI DELITTI, FURONO COMUNQUE E ABBASTANZA PRESTO TERMINATE.



   Lino Bertuzzi, il 29 Luglio 2019


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Cronologia del cammino dell'Opus Dei

L'OPUS DEI CON I SUOI CENTRI DI FORMAZIONE SPIRITUALE E PROFESSIONALE E ALTRI MEZZI SIMILI SVOLGE LA SUA OPERA DI APOSTOLATO E FORMAZIONE IN MOLTI PAESI DEL MONDO, con l'indispensabile assistenza spirituale dei sacerdoti dell'Opera.
L'OPERA È PROMOSSA E MANTENUTA CON IL PROPRIO LAVORO PROFESSIONALE DAI NUMERARI (uomini e donne) E SOSTENUTA IN MOLTI MODI - TRA CUI QUELLO DEL CONTRIBUTO ECONOMICO PERSONALE - DA SOPRANNUMERARI, AGGREGATI, E COOPERATORI,
NON CI SONO PIÙ SCUSE PER DETRATTORI E MALELINGUE. CHIUNQUE PUÒ LIBERAMENTE E FACILMENTE DOCUMENTARSI SU QUESTA GRANDIOSA REALTÀ CREATA SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ, CHE RENDE GRAN MERITO E PRESTIGIO ALLA CHIESA CATTOLICA. Si riporta qui di séguito la cronologia dei fatti principali che ha portato all'Opera di oggi.

Dal 1975 ad oggi già tre prelati sono stati eletti come successori a san Josemaría Escrivà

 1 - Mons. Álvaro Del Portillo y Diez de Sollano. 1975-94

Madrid, 11 marzo 1914 – Roma, 23 marzo 1994), ingegnere spagnolo che per molti anni era stato stretto collaboratore di san Josemaría.

 2 - Mons. Javier Echevarría Rodríguez. 1994-2016

(Madrid, 14 giugno 1932 – Roma, 12 dicembre 2016)

 3 - Mons. Fernando Ocáriz Braña. 2016-

(Parigi, 27 ottobre 1944)- attuale prelato

 
Mons Álvaro con San Karol Voitila      Mons Javier
Mons. Fernando (you tube)
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L'eredità del Santo Josemaría

Nelle pagine del sito ufficiale dell'Opera (clicca) si trovano una gran quantità di informazioni e di argomenti e non è quindi utile che alcune cose vengano ripetute qui.

L'opera realizzata da San Josemaría Escrivà, anzi da Dio che (come egli stesso diceva) si serviva di uno strumento tanto povero e debole, era già diffusa nel mondo e pienamente operante quando il santo era ancora in vita. Costituisce una realtà complessa e molto articolata, governata uniformemente nello stesso spirito e nella identica prassi in tutti i Centri ovunque esistenti.
Oltre a rispettare fedelmente le leggi del luogo dove i membri dell'Opera vivono, i loro comportamenti sono governati da una completa serie di catechismi e regolamenti basati sul diritto canonico e sul diritto interno e da consuetudini ben consolidate.

È fondamentale però comprendere bene che ogni attività dell'Opus Dei, senza mai eccezione alcuna, è finalizzata esclusivamente a scopi di apostolato, alla diffusione della fede e dello stile di vita cristiana ovunque sia possibile, in tutto il mondo
.
In ogni realtà, anche nelle attività di studio e di formazione professionale, viene pericolarmente promossa e curata la preparazione etica degli individui, il che è consentito dalla capillare assistenza spirituale fornita dai sacerdoti a chi desidera usufruirne.
Sono previste anche attività di catechesi e di formazione spirituale cristiana, attività non disgiunte da quelle tecniche, benché di libera partecipazione.

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Regime economico e gestione (a grandi linee).

L'OPUS DEI È UNA REALTÀ PORTATA AVANTI IN PREVALENZA DAI SUOI MEMBRI LAICI LIBERAMENTE ASSOCIATI IN DIVERSE STRUTTURE, NEL RISPETTO DELLE LEGGI DEL PAESE OSPITANTE E DELLE NECESSITÀ INDIVIDUATE DALL'OPERA, CHE GODE DELL'ASSISTENZA SPIRITUALE DEI SACERDOTI DELL'OPUS DEI.
Im68 L'EREDITÀ DAL FONDATORE È COSTITUITA DALLE OPERE NATE SECONDO UN MODELLO CONCEPITO E PROMOSSO E REALIZZATO DA LUI STESSO. SI TRATTA CIOÈ DI CENTRI E ACCADEMIE RESIDENZIALI ERETTI E GESTITI SECONDO TALE MODELLO, OLTRE CHE DI INIZIATIVE APOSTOLICHE ESTERNE.
SI PUÒ DIRE CHE QUASI TUTTE LE INIZIATIVE MATERIALI SONO GESTITE DAI MEMBRI LAICI, E CHE L'OPERA È UN GIGANTE ASSAI COMPLESSO E MOLTO ARTICOLATO, PRESENTE QUASI OVUNQUE NEL MONDO, ALMENO DOVE SIA AMMESSA LA PRESENZA DI CATTOLICI.
NELL'ÀMBITO DELL'OPERA VIGE IL PRINCIPIO DELLA GESTIONE COLLEGIALE E TUTTI I MEMBRI VI CONTRIBUISCONO MATERIALMENTE, PER OTTEMPERARE CON COSCIENZA E AUTODISCIPLINA ALL'IMPEGNO DI DIFFONDERE LA FEDE OVUNQUE, PRESO LIBERAMENTE E VOLONTARIAMENTE.
TUTTI SONO GUIDATI DALLA MEDESIMA FEDE, DAL MEDESIMO IDEALE CRISTIANO E DALLA SPINTA ALL'APOSTOLATO E AL PROSELITISMO.

Tutti i membri e i cooperatori contribuiscono liberamente alla vita e alle attività dell'Opera.Im68 Ciascuno lo fa nella piena libertà di decidere in coscienza come e quanto può contribuire, come frutto del proprio impegno e di rinunce personali.
Il sacrificio e le rinunce devono essere PERSONALI e commisurati allo stato di ognuno:
chi deve mantenere una famiglia non può pregiudicare il benessere e la felicità del suo focolare imponendo sacrifici agli altri membri, che hanno diritto a una vita migliore possibile.
Tutte le disponibilità economiche raccolte dai membri e tramite i proventi del fund raising e anche indebitandosi, vengono quindi impegnate lanciando appena possibile sempre nuove attività apostoliche, cioè con prevalenti finalità apostoliche ma che abbiano anche marcati contenuti di utilità per il progresso materiale e sociale delle zone dovunque si vanno ad aprire nuovi centri di numerari.

l'Opus Dei vive con i contributi sostanziali che ottiene dai membri laici che risiedono nei Centri, svolgono attività professionali e fanno vita di comunità(quelle maschili sono rigidamente separate e distinte da quelle femminili).
Im68 Il lavoro di molti numerari e numerarie si svolge sia nel mondo esterno (Medici e infermieri, anche magistrati, Avvocati, architetti, ingegneri, giornalisti etc) che organizzando e gestendo attività molto pratiche tipo la gestione del Centro a cui appartengono e dove vivono, le scuole di addestramento al lavoro, i corsi per la formazione professionale post-diploma e post universitari, e per la preparazione mirata di futuri dipendenti di azienda.
Aziende ed enti privati e pubblici che sono interessate a certe figure professionali le richiedono e contribuiscono pagando i corsi e anche erogando borse di studio per gli studenti meritevoli.
Queste attività sono molto proficue per l'intera società civile, in quanto il 90% di coloro che completano con successo il loro percorso di lavoro o di studio trova lavoro entro i primi due anni che seguono.
L'assistenza e la guida spirituale, fondamentali per formare l'etica della persona che lavora - viene fornita dai sacerdoti, in particolare quelli che risiedono nei centri dell'Opera.

Anche molti membri soprannumerari hanno attività create e autogestite, come per esempio le scuole di orientamento familiare, o i genitori che si associano e si attivano per avviare e gestire scuole parificate per i loro figli, e per le quali richiedono l'assistenza spirituale dei sacerdoti dell'Opera.
Ci sono anche centri cosiddetti di S. Raffaele per ragazzi che hanno bisogno di essere aiutati nello studio. Solo a titolo di esempio, quando vivevo a Taranto negli anni '80 un soprannumerario aveva messo gratuitamente a completa ed esclusiva disposizione dell'Opera un intero appartamento di sua proprietà, dove alcuni professori di liceo, numerari, venivano periodicamente dal Centro di Bari per impartire ripetizioni in varie materie a giovani studenti liceali di famiglie non agiate.
Ogni attività e ogni progetto dell'Elis sono raccomandati a un Patrono. Quello dei soprannumerari è San Gabriele (l'arcangelo Gabriele), quello dei numerari San Michele, etc.
Nel mondo - in Spagna, Italia, Cile Perù etc - ci sono anche istituzioni universitarie autonome.
Nelle Università che godono dell'assistenza spirituale dell'Opus Dei ci si adopera per trasmettere, oltre alla cultura e alla conoscenza delle materie di studio, specialmente la spiritualità dell'Opera riguardante lo studio, il lavoro e la vita cristiana. Nuove iniziative nate più tardi sono i policlinici universitari (come il policlinico universitario di Trigoria, a Roma)


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Vocazione all'Opera.
Come ti può arrivare, come è arrivata a me.

Coloro che appartenengono all'Opus Dei hanno una precisa 'vocazione' e danno la loro disponibilità a vivere una vita da cristiani nel luogo e nella situazione in cui Dio li mette.
Chi scrive ha fatto un suo percorso, come di molti altri in tutto il mondo, che hanno descritto il loro cammino di avvicinamento all'Opera:

Quasi non volendo, anche quasi un po' titubante e dubbioso, ho chiesto l'ammissione all'Opera come soprannumerario. Dopo un periodo di preparazione e introduzione, che aveva per obbiettivo l'apprendimento di un piano quotidiano di vita spirituale (S. Messa, S. Comunione, orazione mentale etc etc) sono stato ammesso. Con mia grande sorpresa ho dovuto solamente recarmi al Centro di Bari e prendere un impegno verbale con Dio davanti a due numerari come testimoni.

Mi ci è voluto del tempo per capire bene cosa stavo facendo, per via del mio lavoro in stabilimento che se possibile si era ancora più complicato. Il rapporto con l'Opera non era proprio facile, anche per via del coniuge, alla quale dovevo spiegare cosa stavo facendo, cosa che lei - pur essendo catechista e frequentando la nostra parrocchia - faceva fatica a capire - come me del resto. E poi l'impegno con l'Opera riduceva i già scarsi tempi dello stare insieme lei e io.

Oltre ai ririri mensili locali o nella cattedrale di San Nicola a Bari, ogni anno partivo per un corso di ritiro che si svolgeva a circa 600 Km da casa e durava tre giorni. La seconda volta nell'anno partecipavo a una settimana di studio, sempre lontano da casa, insieme ad altri soprannumerari e numerari, che venivano anche loro da lontano. Con il passare degli anni mia moglie e io ci siamo abituati a sfruttare meglio il tempo, per esempio recitando insieme il Santo Rosario insieme, e più tardi, dopo aver smesso di lavorare, le difficoltà sono state tutte superate, nonostante eventi tragici e lutti di famiglia.

La cosa principale che ho imparato anche leggendo le opere del Fondatore, oltre alle pratiche quotidiane di pietà, è stato l'impegno per conservare l'Unità di vita: non puoi avere tante facce e tanti comportamenti diversi a seconda della situazione in cui ti trovi - dice Josemaria Escrivà. Non si può essere cristiani in casa propria e comportarci diversamente quando siamo in altri ambienti.
E già per questo ci vuole coraggio e attenzione, che induce i membri dell'Opera a curare di comportarsi cristianamente in ogni ambiente e in ogni loro relazione.

Certe affermazioni suonano strane per chi vive senza orizzonti spirituali particolari nel clima fatuo ed edonistico di oggi, saturo di falsità e ignoranza e libertà fraintese, e addirittura esasperato e amplificato dai mezzi di comunicazione di massa nella sua sostanziale vacuità e superficialità.
Tengo quindi a dire che la vocazione all'Opera per un soprannumerario ha la stessa valenza e importanza della vocazione al matrimonio.

E il matrimonio è indissolubile. Una volta che si è innamorati sul serio e ci si unisce con la persona che si ama, bisogna essere convinti che quella persona condividerà la vita con noi, e si deve fardi tutto perché questo rapporto duri - nel bene e nel male - tutta la vita che Dio ci concede. Il matrimonio è irreversibile, così come l'appartenenza all'Opera.

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Vocazione al matrimonio. Come mi è arrivata e com'è durata per più di cinquant'anni, anche grazie a San Josemaría.

La vocazione al matrimonio, è arrivata come nel caso della vocazione all'Opera, benché molto tempo prima di quest'ultima. I passi sono stati infatti

Perché il legame non ceda si deve pregare molto. In particolare è importante chiedere l'intercessione della Vergine Maria e di San Giuseppe perché Dio ci conceda di perseverare nella via che abbiamo liberamente intrapreso seguendo la Sua chiamata.
Si deve pregare la Vergine Maria di intercedere presso Dio perché ci conceda sempre di vedere il coniuge con gli stessi occhi con cui lo vedevamo un tempo, e anche che per il coniuge sia lo stesso.
Allora anche quando si sarà vecchi deboli e sfioriti ci si vedrà entrambe, l'uno con l'altro, reciprocamente, come si era al principio del rapporto. Fino alla morte e speriamo anche oltre.
Essenziale in un matrimonio cristiano è che i coniugi preghino insieme e chiedano entrambi l'intercessione della Vergine Maria per ottenere la grazia di perseverare qualunque cosa accada.

In ogni vera vocazione c'è una comunanza: ci si deve impegnare e si deve pregare molto perché ci sia concesso di superare tutti gli ostacoli e gli scogli materiali e spirituali che la vita metterà senza dubbio sul nostro cammino terreno verso la meta finale.

 

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I mezzi di formazione

San Josemaría ha previsto che nell'opera si usino mezzi di formazione che ha stabilito come indispensabili. Im68I mezzi di formazione sono stati pensati da san Josemaría per aiutare le persone nel percorso spirituale che le condurrà alla meta finale, e nel frattempo indicherà loro come comportarsi e come vivere da cristiani, apostoli di Gesù Cristo.
Seguendo i primi mezzi di formazione, quelli comuni a tutti, si può capire se si vuole cooperare con l'Opera, o addirittura avere una vocazione da membri soprannumerari o altro, secondo la propria condizione.
Per San Josemaría la formazione è una necessità che non cessa mai e non dovrebbe mai finire, sia perché 'repetita iuvant' sia perché durante il cammino non è in fondo tanto difficile acquisire assuefazione e perdere di vista la sostanza di ciò che dovrebbe ispirare i comportamenti nella prassi quotidiana di ogni cristiano.
Insistere ripetere, affinare sempre pensieri e concetti anche già noti, non stancarsi di conoscerne di nuovi, non trascurare l'attenzione ai comportamenti, riconoscere ed emendare subito in caso di sbandamento. Questo il segreto.

L'avvicinamento alle persone perché possano capire la loro vocazione avviene per via di 'amicizia e confidenza' tra chi già conosce l'Opera e quindi è in grado di presentarla all'amico.
Vengono poi i ritiri spirituali brevi, poche ore, e quelli residenziali di tre giorni, quelli aperti e adatti a tutti.

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Poi c'è la lettura, perché per conoscere l'Opera è molto utile lèggere. San Josemaría ha scritto moltissimo, come anche su di lui è stato scritto tanto. Il sottoscritto per esempio ha cominciato con l'apprezzare e meditare il significato degli aforismi che il fondatore ha prodotto e raccolti in tre libriccini separati, che però possono essere anche trovati uniti insieme. Sono intitolati 'Cammino' 'Forgia' e 'Solco'. Io ho cominciato all'inizio, prima della vocazione o anche dopo, meditando su qualche punto di Cammino, scegliendo nell'indice analitico l'argomento relativo al mio cruccio o difficoltà o inconveniente del giorno, per parlarne a Dio nella mia orazione silenziosa.
Sono queste e altre le così chiamate 'letture spirituali' che si raccomandano per migliorare la comprensione di certe cose, ma anche per servire come guida quando ci si vuol mettere in contatto con Dio mediante la meditazione personale.
Cliccando questo link si trovano riferimenti a iosa per scegliere cosa lèggere. Se però non lo sappiamo fare, chiediamo consiglio, non vergognamoci.

Da questi mezzi una persona a cui si adatti l'Opera e il suo spirito, e si sente di poter contribuire, può chiedere di essere ammesso come cooperatore, e cominciare a partecipare ai circoli a lui dedicati.
Un circolo di cooperatori è una breve riunione di poche persone, un soprannumerario e qualche cooperatore, che si svolge con una precisa scaletta di contenuti (commento del Vangelo e conversazione tenuta dal soprannumerario, un momento di scambio di notizie riguardanti l'attività del gruppo etc etc ).
Crescendo sempre più nella comprensione dell'Opera i cooperatori possono, volendo, chiedere l'ammissione come membri dell'Opera.
Se la loro richiesta è accolta entrano a farne parte integrante, assumendo verbalmente, sulla parola, precisi obblighi e impegni che - come del resto tutti gli argomenti possibili e immaginabili in proposito - sono previsti e descritti nel cosiddetto "Catechismo dell'Opera".
Non voglio dire di più per ragioni varie tra cui la lunghezza dell'articolo che è già troppo lungo. Insomma chi vuole venga, e veda con i suoi occhi.

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Sommario

L'Opus Dei ha incontrato nel cammino del suo sviluppo incomprensioni e opposizioni feroci anche dentro la Chiesa cattolica stessa. Ricordo per averle lette certe notizie che negli anni sessanta dello scorso secolo si diffondevano con informazioni false e tendenziose provenienti da "dietro il portone di bronzo" anche tramite giornalisti che non erano neppure 'di sinistra'.

Dato che sull'Opus Dei ancora vanno in giro leggende e informazioni deformate - quando non tendenziose o anche vere e proprie balle - ho cercato di dar qui dell'Opera fondata da San Josemaría Escrivà una rappresentazione sommaria ma vera, spero non troppo incompleta.

Si parte dalla sintesi cronologica commentata del racconto della vicenda terrena del fondatore dell'Opus Dei, Josemaría Escrivá de Balaguer, oggi San Josemaría, prima beatificato e poi canonizzato dal Papa Giovanni Paolo II (San Karol Voitila).

Si spiega qui da dove veniva e chi era San Josemaría Escrivá de Balaguer e quale è stata la storia della sua vocazione sacerdotale.
Si prova a spiegare la figura di questo gigante della cultura e della fede, che dopo aver iniziato il suo ministero sacerdotale ricevette da Dio - lui stesso ci spiega come avvenne - la vocazione a fondare l'Opus Dei tra difficoltà di ogni tipo, in particolare quelle economiche, ma anche altre.
Passando attraverso persecuzioni e innumerevoli problemi egli costrui nella sua mente poderosa l'immagine dell'Opera di Dio e con fede e perseveranza la realizzò sin nei minimi dettagli.

L'Opera, di cui si dà qui qualche notizia informativa, e che volendo si può completare e conoscere più a fondo nei dettagli consultando il sito ufficiale dell'Opus Dei, è una creazione talmente complessa ed estesa e anche così splendida ed efficace, che non c'è da dubitare che si tratti proprio di un'Opera di Dio.
Del resto San Josemaría - come lui stesso diceva - di Dio è stato l'umile e indegno strumento.

L'intero articolo è scritto di mia personale iniziativa, a mia esclusiva resposabilità.                     

Lino Bertuzzi Roma 20/06/2019