Ai cittadini di Roma, che hanno l'onore d'avere l'Urbe per sede e per maestra d'alti pensieri storici e civili, noi sempre pensiamo come a membri della nostra Diocesi Romana, e perciò come a figli dei quali non mai ci possiamo dimenticare; e, se credenti, come a fedeli carissimi di questa comunità di fede e d'amore, ch'è Roma, fondata nella religione di Cristo dai due testimoni basilari, con la parola e con il sangue, Pietro e Paolo. (Incipit della lettera di Paolo VI ai cittadini di Roma - Natale 1967) PROLOGO È per me sempre motivo di grande meraviglia non tanto l'ignoranza, che in fondo è cosa tutto sommato abbastanza naturale e diffusa, quanto la stupidità di molti miei compatrioti. Infatti mentre in Francia ad esempio la città di Parigi - olim Lutetia Parisiorum - è nel cuore di ogni cittadino di stirpe francese come fondante e centro del sentimento di unità nazionale, ed è considerata come la più bella città del mondo intero, da noi in Italia invece, spesso la città Eterna è denigrata e addirittura odiata sia come luogo che come capitale della Nazione. Certi politicanti interessati solo a sé stessi, per essere eletti al parlamento o al senato e nutrirsi alla greppia di quella che però chiamano 'Grande Cloaca' addirittura ostentano sentimenti separatisti e antinazionali, pur facendo parte pienamente della bastarda 'razza italica'. Stento a capire a fondo il motivo di questi atteggiamenti comuni alla variegata e composita moltitudine di denigratori della nostra Nazione. Per gli uni si tratta di una reazione alla roboante e antica retorica del breve periodo di governo fascista e dell'inno di Mameli? È una delle tante espressioni di sentimenti politici classisti e internazionalisti? O è semplice stupidità? Non parlo della mia Parrocchia, ma qualche anno fa ho addirittura ascoltato un'omelia alla Chiesa di Laives (BZ) quando dal pulpito si riportavano pari pari alcune stupidaggini lette in uno dei libracci di certi scrittori anglosassoni in odio ai Romani Antichi, non propagatori di civiltà e di sicurezza, ma violenti oppressori e sfruttatori: per la straordinaria consonanza con le frasi del libro era evidente come quel predicatore fosse attento lettore di di uno pseudo scrittore anglosassone di grande successo. NON DESIDERO QUI FARE UNA SINTESI DEGLI 'ATTI',MA VORREI DARE UN PICCOLO CONTRIBUTO ALLA VERITÀ SULL'AMBIENTE STORICO DELL'IMPERO ROMANO CHE IL SANTO PADRE PAPA PAOLO VI HA TANTO BEN INTRODOTTO NELLA LETTERA AI ROMANI DEL NATALE DEL 1967 CHE ACCOMPAGNA UNA FAMOSA EDIZIONE DEGLI 'ATTI DEGLI APOSTOLI'. QUALCHE NOTIZIA SUGLI AT
si tratta di descTI DEGLI APOSTOLI
A GERUSALEMME - L'AMBIENTE DELLE ORIGINI DELLA CHIESA Sottolineamo súbito alcuni fatti che emergono dai primi capitoli:
(°) Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (latino: Tiberius Claudius Caesar Augustus Germanicus ; Lugdunum (Lione), 1º agosto 10 a.C. – Roma , 13 ottobre 54. Morí per mano di Agrippina minore, madre di Nerone, avvelenato dai funghi dei quali era ghiotto. L'AMBIENTE DELLE ORIGINI E LA PRIMA COMUNITÀ CRISTIANA A GERUSALEMME: fin dall'inizio della narrazione, cioè da quando Gesù pronuncia le ultime parole per poi ascendere al cielo appare evidente che molti tra i suoi discepoli avevano capito poco o nulla dei motivi della sua morte e della sua resurrezione: "Allora quelli che stavano con lui lo interrogarono:<<Signore, è questo il tempo in cui ricostruisci il regno per Israele? ....>>" E se quelli a lui vicini non avevano capito nulla sull'avvento del regno glorioso del Messía alla fine dei tempi, figuriamoci gli altri. Ma non bisogna dimenticare che Dio fa miracoli. La vita della giovane comunità cristiana a Gerusalemme si svolgeva in una atmosfera suggestiva di preghiera di carità e di gioia. Gli apostoli compivano miracoli nel nome di Gesù, e quelli che credevano e che avevano beni li mettevano tutto in comune e distribuivano secondo i bisogni di ciascuno ( atti 2,42-4 ) (*). Non c'era ancora la frattura con la popolazione giudaica, dato che i fedeli cristiani erano circoncisi e frequentavano il Tempio. " Il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri, ha glorificato il suo servitore Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato davanti a Pilato, mentre egli aveva giudicato di rilasciarlo. Ma voi avete rinnegato il santo e il giusto e avete richiesto che vi si facesse grazia di un assassino..." (Atti 3, 13-15) Ovviamente questo atteggiamento non poteva essere ignorato dal Sinedrio, che una sera fece arrestare Pietro e Giovanni e li imprigionò fino al giorno dopo, quando furono portati, insieme a un paralitico che Pietro aveva guarito, davanti ai sommi sacerdoti Anna e Caifa e a tutti quelli che appartenevano alle loro famiglie, ai capi del ´popolo e agli anziani. NDA (*) Qui il proto-comunismo funzionava perché chi decideva a chi, cosa e quanto distribuire erano gli Apostoli. Del resto si trattava di piccole comunità volontarie autoreferenti come ne esistono e prosperano moltissime anche oggi, interfacciandosi con l'esterno e operando secondo le leggi dello Stato dove vivono. I VIAGGI NEI TERRITORI DELL'IMPERO I Romani di Pompeo sono arrivati in Palestina nel 63 A.C supplicati di intervenire e chiamati dagli Ebrei stessi per mettere pace e mettere fine alle stragi e alle turpitudini dei discendenti dei Maccabei. In Palestina si erano succedute nei secoli una serie di dominazioni: ai Babilonesi succedettero nel 540 A.C, i Persiani, e infine i Greci (333 A.C.) cioè i generali di Alessandro Magno. I nuovi padroni tentarono di uccidere lo spirito ebraico.Profanarono addirittura il tempio, e allora scoppiò la rivolta dei Maccabei che diede alla Palestina alcuni decenni di libertà.Alla fine, Erode il Grande, governò tutta la regione sotto il protettorato di Roma. Alla morte di Erode il grande, fu rispettato l'ultimo dei suoi tre testamenti che designava Archelao come principe ereditario di Giudea e Samaria, Erode Antipa come tetrarca di Galilea e Perea ed Erode Filippo come tetrarca di Iturea, Batanea e altri territori adiacenti. Era però necessario che l'imperatore Augusto approvasse queste nomine. Augusto fu molto sagace, sicuro com'era di imperare sul regno affidandosi ai nuovi sovrani, come un tempo aveva fatto col vecchio Erode, o eliminandoli se avessero fallito. Archelao governò la Giudea, Erode Antipa la Galilea, Erode Filippo la Batanea, l'Iturea e l'Abilene. Per inciso, Erode Antipa è quello che aveva rubato la moglie Erodiade al fratello Erode Filippo, padre della famigerata Salomé.
Anche in questo caso devo per forza rammentare e lamentare l'ignoranza che fa dire a molti "un viaggio a quell'epoca era difficilissimo... con le strade di allora!" IL TURISMO: l'etiope, ministro del tesoro della regina Candace d'Etiopia. UN ANGELO DEL SIGNORE COSÌ PARLÒ A FILIPPO: "Alzati e và verso mezzodí lungo la strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta. Ed egli si alzò e partì. Proprio allora un Etiope, un eunuco, ministro e sovrintendente generale del tesoro della regina Candace di Etiopia, stava ritornando a Gerusalemme dove era andato per adorare Dio ( Atti 26,29 ) Il brano e anche quel che segue del racconto sono significativi:
Dopo l'evangelizzazione e il battesimo dell'Etiope il racconto prosegue ( Atti: 26,40 ) Filippo si trovò in Azoto, ed evangelizzando percorreva tuttre le città finchè giunse a Cesarea. San Paolo, l'inquisitore poi miracolato e convertito Se vogliamo, possiamo leggere anche di come Saulo (il futuro San Paolo) viaggiasse alacremente per tutta la Siria per incarico del Sinedrio per scovare gliu eretici, e di come fu fulminato sulla strada romana che conduce a Damasco (Atti 27, 1-9; 28, 10-19; 29, 19-25) .
LA LIBERTÀ DI RELIGIONE (CONVERSIONE DEL CENTURIONE CORNELIO) Dal punto di vista storico c'è da sottolineare che i Romani non intervengono nelle questioni religiose e nei costumi dei popoli conquistati. Purché non si ledano l'organizzazione e l'autorità dell'Impero e le prerogative dell'imperatore, la libertà di religione è assoluta. La Palestina non è giudicata importante nel dispositivo strategico dell'Impero, e in tutto il territorio non vi sono circa che 3000 uomini, cioè meno di una legione classica, che usualmente constava di circa 5000 elementi. L'esercito d'oriente è raggruppato a EST per far fronte ai Parti e a SUD per tenere in rispetto i saccheggiatori arabi. La Centuria della Coorte Italica comandata dal Centurione Cornelio , (proprio quello che nel vangelo dice di Gesù "costui era veramente il figlio di Dio") apparteneva a una Coorte composta presumibilmente da circa 300-500 elementi cioè da cinque centurie di sessanta - cento uomini , ognuna delle quali comandata appunto da un Centurione . Quando Gesù Cristo fu crocifisso, a Gerusalemme c'era proprio quella particolare centuria della 'Coorte Italica', cioè una sessantina di legionari veterani che di solito restava nella fortezza Antonia e si faceva vedere poco in giro. Cornelio , visto l'insieme dei fatti e dei racconti, era il centurione romano che aveva pregato Gesù di guarire il suo servo ammalato, e fu forse il primo fra i pagani a convertirsi al cristianesimo. Di lui è detto che era della Coorte Italica, per sottolineare così la sua origine estranea al giudaismo, ma anche che era “timorato di Dio”.
L'INIZIO DELL'EVANGELIZZAZIONE . L'esplosione della predicazione del Vangelo e la diffusione del cristianesimo avviene sotto la sorveglianza che la Chiesa Madre di Gerusalemme esercita sulle giovani comunità assicurando la trasmissione uniforme e sostanzialmente identica dapprima delle tradizioni e successivamente nche dei testi evangelici. Coloro che si sono dispersi durante la persecuzione ai tempi del protomartire i Stefano si recano in Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e iniziano la predicazione. A Gerusalemme lo vengono a sapere e mandano l'apostolo Barnaba ad Antiochia, e cosí si assicurano dell'ortodossia della preducazione e ottengono anche l'aumento del numero di proseliti,.Poi Barnaba va a Tarso a chiamare Saulo e insieme tornano ad Antiochia. Degli Atti ( 11,27-3 ) veniamo a sapere anche della grande carestia che si verificò verso il 46 DC durante il regno dell'Imperatore Claudio. Qui si capisce l'utilità della rete viaria che permise una grande colletta e l'invio rapido degli aiuti a Gerusalemme che furono consegnati agli Anziani per mezzo di Saulo e Barnaba. Successivamente ritornarono da Gerusalemme ad Antiochia portando con sé Giovanni, soprannominato Marco, e naturalmente sua madre Maria. Tutto questo fervido e proficuo andirivieni è molto facilitato dalle strade e dalle infrastrutture che esistevano grazie all'Impero. Proseguendo negli Atti leggiamo che Barnaba e Saulo si recano a Seleucia e si imbarcano per Cipro. Da Cipro si recano poi a Salamina, dove convertono alla fede il Proconsole Sergio Paolo (1). Rimandando alla gustosa e divertente lettura degli Atti per i particolari, riassumiamo qui i viaggi di San Paolo. Tra i tantissimi episodi narrati mi viene alla mente il racconto di un miracolo di Paolo (Atti 14,8-18 ) con la guarigione del paralitico di Listra (colonia romana e patria di Timòteo) a séguito del quale essi vennero scambiati per dèi, e la folla col sacerdote di Giove in testa voleva offrire loro il sacrificio di due tori. A stento riuscirono a farli desistere. Un altro episodio da leggere con gusto tra i tanti narrati negli Atti, riguarda la liberazione miracolosa di Paolo e Sila ( Atti 14,8-18 ; 16, 25,40 ) ) dalla prigione dove erano stati gettati. Denunciati dai padroni per avere esorcizzato una schiava che prediceva il futuro, facendole perdere il dono della profezia e il denaro che guadagnava per loro con essa. La lettura dell'episodio del giudizio di fronte al proconsole dell'Acaia Gallione ( Atti 18,12-17) ; dove erano stati portati perché accusati dai Giudei di essere 'eretici' ci fa capire come ragionavano i romani di fronte alle religioni degli altri. Gallione disse: " se si trattasse di un delitto o di una azione malvagia, riceverei la vostra accusa, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parola, di nomi, e della vostra legge, aggiustatevi; io non voglio essere giudice di queste cose". E li mandò via dal tribunale .... San Paolo scampa a molti pericoli grazie anche al fatto che era cittadino romano, ma alla fine le congiure e le trame dei Giudei, potenti e influenti in tutto l'impero , riescono a farlo di nuovo imprigionare e sottoporre a giudizio davanti a l procuratore Porcio Festo (2) ( Atti 25,1-12 ) a Cesarea. Qui si deve adempiere il piano divino : proclamando di essere cittadino romano, Paolo chiede di essere giudicato dall'imperatore in persona. DEVE quindi essere mandato a Roma, per il giudizio dell'Imperatore. Questo viaggio di Paolo merita anch'esso di essere letto con particolare attenzione. Come tutti sappiamo, la prima volta che Paolo chiese il giudizio di Cesare, poté essere liberato per la scadenza della prescrizione e continuò il suo apostolato in Asia finché non fu di nuovo accusato dai Giudei con l' aggravante -falsa- di aver violato gli arresti domiciliari. Riportato a Roma agli arresti domiciliari dopo un lungo soggiorno a Roma in una casa che aveva affittato, in relativa libertà e in attesa del Giudizio di Nerone, San Paolo fu poi giudicato decapitato secondo la pena che spettava ai cittadini romani. San Pietro, per umiltà, invece chiese ed ottenne di essere crocifisso a testa in giù. Tutti semplicisticamente dicono che la persecuzione di Nerone contro i cristiani ebbe inizio in seguito all'accusa d'aver provocato il famoso incendio di Roma. È invece molto più probabile che la persecuzione sia stata chiesta e ottenuta dai Giudei, molto influenti a Roma per via della loro potenza economica . Essi non cessarono mai di perseguitare i cristiani, in particolare i giudei convertiti , e colsero l'occasione per liberarsi di Pietro e di Paolo, due spine nel fianco che ricordavano loro il delitto commesso con la crocifissione di Cristo, e che socondo loro erano rei di blasfemia.
NDA (1) Sergio Paolo (latino Lucius Sergius Paulus; ... – ...) è stato proconsole romano di Cipro in un periodo imprecisato del I secolo d.C.. A lui sono state correlate alcune epigrafi latine, ma data la diffusione dei nomi latini non è possibile un'identificazione sicura. Ad Antiochia di Pisidia è stata ritrovata un'iscrizione frammentaria che nomina un Lucius Sergius Paulus. Nel 1887 venne scoperta a Roma una pietra segna-confine di Claudio in cui è citato Sergio Paolo. Detta pietra registra l'incarico (47 d.C.) assegnato ai sovrintendenti agli argini e all'alveo del fiume Tevere, uno dei quali era Sergio. Dato che il viaggio di Paolo a Cipro è di solito datato alla prima metà degli anni 40 d.C. (alcuni studiosi daterebbero la visita dell'apostolo ancor prima), si è ritenuto che Sergio prestasse prima servizio per tre anni come proconsole a Cipro, per poi rientrare a Roma, dove venne nominato sovrintendente. Dato che Sergio non è stato salutato nell'Epistola di San Paolo ai Romani, è possibile che egli sia morto prima che essa fosse scritta.
L'ORGANIZZAZIONE E LA LEGGE DELL'IMPERO ROMANO San Paolo scampa a molti pericoli orditi dai Giudei grazie anche al fatto che era cittadino romano, ma alla fine le congiure e le trame dei Giudei, potenti e influenti in tutto l'impero per via della loro potenza economica , riescono a farlo di nuovo imprigionare e sottoporre a giudizio davanti al procuratore Porcio Festo (2) ( Atti 25,1-12 ) a Cesarea. Allora il re, il governatore, Berenice e quelli che erano seduti con loro (nel tribunale) si alzarono. Allontanandosi parlavano tra loro e dicevano:<<quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene>>, Anzi Agrippa disse a Festo: <<quest'uomo poteva essere liberato, se non avesse fatto appello a Cesare>>. Atti, 26, 30-32 Dovunque, anche nelle isole più remote, c'è almeno un magistrato, il 'primus', eletto dai cittadini e riconosciuto dal proconsole o procuratore della provincia. Nelle varie provincie ci sono procuratori e governatori che amministrano il paese in accordo con re e potentati locali. I traffici marittimi, si svolgono solo nei periodi meno soggetti a tempeste, cioè da marzo a settembre, e sono intensissimi. La nave Alessandrina (Alexandrina, ae, s. f.) con cui da Mira nella Licia San Paolo viaggia verso Roma è una nave oneraria romana, così chiamata, per consuetudine, da Alessandria d'Egitto, il principale porto da cui salpavano i rifornimenti di grano destinati a Roma. Sappiamo che quella di Paolo, navigando in un periodo sfavorevole, naufragò a Malta. Era anche una nave abbastanza grande perché oltre al carico di granaglie, trasportava 256 persone tra soldati, passeggeri ed equipaggio. Aiutato dai maltesi, per i quali compie molti miracoli a guarigioni, San Paolo riparte e arriva a Roma. Come tutti sappiamo, dopo un lungo soggiorno a Roma in una casa che aveva affittato, dove rimane due anni sotto il regime di "custodia militaris" (Atti 28,16) - oggi si direbbe agli arresti domiciliari - San Paolo recupera la libertà, probabilmente perché gli accusatori non si sono presentati e intanto è spirato il termine legale. LA PERSECUZIONE DI NERONE In genere si è detto che la persecuzione di Nerone contro i cristiani ebbe inizio in seguito al fatto di essere accusati di aver appiccato il famoso incendio di Roma. È invece molto più probabile che la pesecuzione stessa sia stata chiesta e otte nuta dai capi dei Giudei, molto influenti a Roma per via della loro potenza . San Paolo fu condannato e subì la pena che spettava ai cittadini romani rei di delitti capitali, cioè la decapitazione. San Pietro invece, che non era cittadino romano, per umiltà chiese ed ottenne di essere crocifisso a testa in giù. 7
Esempio di nave oneraria romana è il relitto di Spargi presso La Maddalena (l'ho visitato nel 1962 in immersione ARA accompagnato dal palombaro Mazza della MM, e da altri, e ne ho constatato lo scempio causato dai vandali) La nave era ben fatta: 150 tonnellate di stazza, lunga 35 metri e larga 8. A veva robuste costole di rovere di cm 10 x 10, ben fissate a un fasciame dello spessore di 36 cm fatto con tavole in legno di pino, connesse longitudinalmente da solidi tasselli con chiodi di rame rivestiti di piombo per preservarli dall'elettrolisi. Sopra il fasciame, per proteggere il legno dalla salsedine, i fianchi erano coperti da una lamina di piombo tenuta con chiodi di rame infissi con estrema cura a 4,5 cm uno dall'altro, in file alterne. La poppa poi era stata rivestita con una lastra di bronzo spessa 3 mm. Anche il carico era stivato razionalmente . Nel centro a poppa gravava il gran peso delle anfore in 3 o 5 piani, ognuna infissa con il peduncolo, o puntale, negli incavi formati dai colli d'anfora del piano inferiore. Ve n'erano di panciute con collo breve e tozzo e manici piccoli, e di snelle dal lungo collo e dalle belle anse, di tipo italico. Erano state costruite da chi si intendeva bene dello stivaggio per la navigazione, con tanto di marchio di fabbrica "SAB". In tutto potevano essere 2000 anfore, così compatte ed elastiche nel loro insieme, da sopportare ogni rollio e beccheggio del natante. A prua era sistemata la ceramica, patere, vasi e coppe, di quella che a quei tempi andava più di moda - definita oggi "ceramica campana B" - prodotta in grande serie nella ricchissima provincia italica ; v'era anche qualche pezzo di "campana A", più vecchia, e molti unguentari in pasta vitrea multicolore, anch'essi piuttosto superati, ma ancora richiesti sui mercati verso cui la nave era diretta. Proveniente dall'Italia meridionale (forse da Pozzuoli), la meta era probabilmente Turris Libisonis (Porto Torres) oppure Marsiglia e la Spagna. Nel castello di poppa, era sistemato il luogo di culto ove il comandante compiva i riti alla dea Tutela , alla quale si confidava la protezione della nave e dei naviganti: v'era un'edicola di marmo composta di un piccolo altare alto 60 cm sormontato da due colonne laterali scanalate dal simulacro in bronzo della divinità.
CONCLUSIONE Dalla attenta lettura degli Atti emerge un mondo pratico ed essenziale, che non è sicuramente quello violento e assetato di sangue che rappresentato da certi storici o dipinto in tanti film inenarrabilmente sciocchi: ne ho visto uno su Gesù dove la cavalleria romana andava in giro a rubare e a violentare, e ci mancava poco che disperdesse a manganellate la folla che ascoltava il discorso della montagna. La morbosità dei produttori è strumentale ai gusti del pubblico, e sottolinea con compiacimento solo aspetti di depravazione o violenza, come gli spettacoli gladiatorî, che invece allora erano in secondo piano rispetto alle corse dei cavalli e rappresentazioni teatrali. Fa sembrare come se la straordinaria letteratura e il teatro greco e romano non fossero mai esistiti . Nel II secolo a. C., la fine vittoriosa della Guerra Punica e l'incontro con la cultura greca liberarono nelle popolazioni italiche, ormai unite sotto Roma e temperate dai durissimi sacrifici sopportati, una straordinaria esplosione di energie e di vitalità. L'intero bacino mediterraneo si aprí alla conquista, allo scambio dei beni e delle opere culturali. Sul mare si disegnarono cento e cento rotte di civiltà tra l'oriente e l'occidente; le navi subirono sostanziali miglioramenti costruttivi e con esse i recipienti e i metodi per il trasporto delle merci; le tecniche di navigazione erano ormai collaudate e perfezionate non soltanto dall'esperienza bellica di tante battaglie navali, ma anche dalla attività piratesca che dovette la sua fortuna proprio ai progressi che l'uomo mediterraneo andava facendo nella conoscenza dei venti, delle correnti, dei fondali, dei ridossi L'industria nell'Impero Romano è fiorente, perché i Romani usano le risorse locali ogni qualvolta sia possibile: oltre ai grandi cantieri navali, in tutto abbiamo la produzione in grande serie di ogni sorta di beni, dalla ceramica al vetro, dalle statue alle armi, e perfino del cibo conservato, come il famoso 'garum' la puzzolente salsa di pesce tanto apprezzata dai romani antichi, e anche gli allevamenti di bestiame. Non trascuriamo le scuole, tenute da 'magistri' privati alle quale si iscrivono i ragazzi che hanno il padre in grado di pagare le rette. L'analfabetismo a Roma è raro. Nell'esecito poi tutti devono saper almeno leggere e scrivere correttamente. Non è affatto vero che a Roma le grandi opere fossero costruite da schiavi, anzi per la numerosità della popolazione - si valuta che la città di Roma arrivasse a 3 milioni di abitanti, contro i cento milioni di tutto l'impero - le opere nelle grandi città venivano costruite per impiegare i cittadini romani, che venivano pagati per il loro lavoro e potevano mantenere sé e la famiglia. E cosí avveniva anche per il lavoro nelle campagne. Una legge di Giulio Cesare imponeva addirittura che almeno il 30% dei lavoratori dei campi fosse costituta da cittadini liberi. A Roma Antica fioriva ogni sorta d'artigianato e anche l'editoria. Ricordiamo che il poeta spagnolo Marziale faceva copiare e vendere le sue opere da un editore che aveva la bottega vicino al Campidoglio. La letteratura era fiorente come il teatro. È giunta fino a noi un'imponente mole di poemi, commedie, tragedie, romanzi e perfino libri di ricette di cucina, oltre alle opere dei filosofi e dei poeti greci.. L'esercito era poco numeroso, ma efficientissimo. Augusto aveva fissato il numero delle legioni a XXIII (circa 100.000 uomini in tutto) e più tardi si arrivò fino a circa 150.000 uomini. Malgrado tutti i problemi e i disastri, anche dopo la caduta, che iniziò con Costantino, e si completò dopo circa due secoli sotto la spinta delle popolazioni selvagge provenienti dall'est quando la capitale non fu più Roma, i vari grandi della storia tentarono di risuscitare l'Impero. Vedi Carlo Magno e il Sacro Impero Romano-Germanico. Ma nessuno di loro ci riuscí pienamente, anche se il titolo di 'Cesare' spettò per ultimo all'Imperatore Francesco Giuseppe della casata degli Asburgo . L'Impero finì dunque nel 1918 con la caduta degli imperi centrali. Comunque sia io sono orgoglioso di essere cittadino romano e ho l'onore d'avere l'Urbe per sede e per maestra d'alti pensieri storici e civili, (PaoloVI), e come me dal punto di vista storico sono cittadini romani i popoli che abitano la penisola, e anche quasi tutti gli Europei.
Lino Bertuzzi Settembre 2014 |
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