Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Matteo 6,1-6.16-18
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

« [..] Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.[,,]»

L'insegnamento di Gesù è sempre rivolto alla singola persona. In questo inizio della quaresima mi piace ricordare che Nostro Signore detesta l'ipocrisia, il mostrarsi devoto per farsi vedere dagli altri, il vantarsi di avere aiutato qualcuno o fatto l'elemosina per far vedere agli altri quanto sei buono e bravo.

« E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano.»

Naturalmente può capitare anche a ognumo di noi di dovere ricordare emostrare che siamo cristiani a qualcuno che conosciamo. Non dobbiamo nasconderlo, ma farlo in modo naturale senza ostentazione, e in modo da essere di esempio e invogliare gli altri a seguire Cristo.
Nel far questo - sembra facile ma non lo è affatto, almeno per me che scrivo qui - è importante farlo in modo da evitare quello che Gesù ci raccomanda: non mostrarsi per gloriarsi di esserlo, non vantarsene, non essere ipocriti.
COME FARE ALLORA: secondo me è importante esaminarsi, farsi un esame di coscienza per analizzare se quello che stiamo facendo è giusto, nel senso che Gesù lo approverebbe.

Nel mio caso cerco di pensare sempre a quello che sto per fare o per dire prima di dirlo o di farlo. Ma posso ovviamente sempre sbagliare. Quindi alla fine di ogni giornata mi metto alla presenza di Dio e mi ripasso brevemente come ho trascorso il mio tempo e ho commesso errori in qualcosa. Chiedo dunque a me stesso, per esempio:

  • se ho dimenticato durante la giornata di essere alla presenza di Gesù e ho fatto qualcosa che può dispiacergli. Non mi sono ricordato di pregare almeno un po' e di dedicargli un po' di tempo. Magari Raccontandogli la giornata e parlandogli dei miei problemi, anche se Lui li conosce già.
  • se nel trattare con il mio prossimo ho fatto qualcosa di poco corretto. Rifletto e penso se ho mancato di rispetto, ho offeso, ho ingannato, ho fatto del male, magari anche incosciamente e senza volerlo.
  • se in famiglia ho mancato ai miei doveri, se sono stato giusto, se ho cercato di far piacere agli altri dimenticando me stesso nei limiti del possibile
  • se ho ceduto a qualche impulso senza riflettere. Ognuno sa qual sia il suo debole, e nel mio caso mi chiedo sempre se ho mancato di controllarmi nel mangiare troppo qualcosa che mi è piaciuto, o nel rifiutare di mangiare quello che mi piace di meno. Ma non solo:
    • se mi sono dedicato disordinatamente a qualcosa, cinema, tv o altro che mi ha turbato o distratto dai miei doveri
    • se ho capito mia moglie e i miei figli
    • OGNUNO CONTINUI SECONDO LA SUA SITUAZIONE

CREDIAMO DUNQUE IN GESÙ CRISTO E NEL NOSTRO DESTINO SOPRANNATURALE

 

NOTA STORICA : Quaresima e San Valentino

la Quaresima (termine latino Quadragesima - V secolo d.c.) è il periodo di quaranta giorni di preparazione alla Pasqua

Nella Chiesa primitiva la celebrazione della Pasqua era anticipata da uno o due giorni di digiuno. Tale digiuno sembra fosse orientato non tanto alla celebrazione pasquale quanto all'amministrazione del battesimo riservata alla veglia pasquale. La consuetudine del digiuno era praticata dai catecumeni ed estesa in tempi successivi al ministro del battesimo e a tutta la comunità ecclesiale. A quel tempo il digiuno non aveva scopo penitenziale ma ascetico-illuminativo.

Abbiamo notizie certe della quaresima solamente per la Chiesa di Alessandria.
Ne è testimone uno storico del V secolo, tale Socrate Scolastico, che riferisce di un periodo di digiuno nelle sei settimane che precedevano la Pasqua osservato nell'Illirico e in Grecia; a Roma invece il digiuno durava tre settimane
.

La preparazione prolungata alla Pasqua fu motivata dalla prassi penitenziale. Coloro che desideravano essere riconciliati con Dio e con la Chiesa iniziavano il loro cammino di preparazione nella prima di queste Domeniche (più tardi verrà anticipata al Mercoledì immediatamente precedente) e veniva concluso la mattina del Giovedì santo, giorno in cui ottenevano la riconciliazione.
In tal modo i penitenti si sottoponevano a un periodo di preparazione che durava quaranta giorni. Da qui il termine latino Quadragesima.
I penitenti intraprendevano questo cammino attraverso l'imposizione delle ceneri e l'utilizzazione di un abito di sacco in segno della propria contrizione e del proprio impegno ascetico.

Verso la fine del V secolo, ha inizio la celebrazione del mercoledì e del venerdì precedenti la quaresima come se ne facessero parte.

Per la cronaca: il Ramadan - Uno dei 5 pilastri della fede islamica è il Mese del Digiuno - nono mese del calendario lunare islamico, in cui i musulmani osservano il digiuno dall'alba al tramonto. Non ha aspetto penitenziale, ma si pratica per commemorare la rivelazione del Corano a Profeta Maometto, il profeta dell'Islam, da parte dell'angelo Gabriele.

San Valentino.

San Valentino di Terni, detto anche san Valentino da Terni o san Valentino da Interamna (Terni, ... – Roma, 14 febbraio 273), f un vescovo e martire cristiano. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici.[1][2]

La più antica notizia di Valentino di Terni è nel Martyrologium Hieronymianum, un documento ufficiale della Chiesa dei secc. V-VI dove compare il suo nome, la città di sepoltura e il dies natalis, cioè il giorno della morte, il 14 febbraio. Ancora nel secolo VI un altro documento, la Passio Sancti Valentini episcopi et martiri (BHL 8460)[3], ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura(º(, la decapitazione notturna e di nascosto, la sepoltura a Terni ad opera dei discepoli Procolo, Efebo e Apollonio, il successivo martirio di costoro e la loro sepoltura sempre in Terni.

Il consumismo utilizza San Valentino esclusivamente come protettore degli innamorati. Lo vediamo negli annunci pubblicitari della TV e nei film.

(º) il cittadino romano colpevole di gravi crimini e condananto a morte non poteva essere flagellato o torturato, ma solo giustiziato mediante il taglio della testa. Quindi certi racconti di martirio sono quasi sicuramente una esagerazione, perché l'imperatore Caracalla aveva concesso la cittadinanza romana a turtto l'impero, abolito quindi il FLAGRUM (flagello) e proibita la crocifissione.

L'imperatore C Marco Aurelio Severo Antonino Pio Augusto (in latinoMarcus Aurelius Severus Antoninus Pius AugustusLugdunum4 aprile 188 – Carre8 aprile 217), nato Lucio Settimio Bassiano (in latinoLucius Septimius Bassianus), conosciuto anche con il nome onorifico di Marco Aurelio Antonino Augusto (in latinoMarcus Aurelius Antoninus Augustus) dal 198 al 211 ma meglio noto con il soprannome di Caracalla, dal nome del mantello gallico che usava indossare, è stato un imperatore romano, appartenente alla dinastia dei Severi, che regnò dal 198 al 217, anno della sua morte.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
 Non abbiate paura! la misericordia di
 Gesù è INFINITA
«Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,
perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,
perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».  

 

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