Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Luca 12,35-38 e 12,39-48
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

« Siate pronti [..]; Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; [..]. E se [..] li troverà così, beati loro!»

Gesù si serviva sempre del discorso figurato per analogie, per esempio delle parabole, e a me personalmente pare che il suo insegnamento non possa essere più chiaro di cosi. E spesso Gesù parla del rapporto tra i servi (cioè gli schiavi) e i loro padroni

      il padrone chiede conto al servo del suo operato
Allora però quei discorsi potevano non essere capiti nel giusto senso anche dai discepoli più intimi del Maestro. Chi è questo padrone, persona ricca e potente anzi potentissima e immensamente ricca che parte per un lungo viaggio e non dice quando tornerà? Che mette a capo della sua casa uno dei servi e al ritorno gli chiede conto delle sue azioni? Chi è quest'altro che affida ai servi un certo numero di talenti e ne vuole il frutto al suo ritorno?

Si dimostra misericordioso, e perdona il servo che gli deve molto denaro, ma a patto che anche lui perdoni il suo prossimo.
Tornando all'improvviso da una lunghissima assenza (magari per via della mancanza di notizie e dall'attesa interminabile i servi di casa lo avevano creduto morto e si erano dati ai bagordi) chiede puntualmente conto del suo comportamento a ognuno di loro.
Tutto sommato non pare illogico che un padrone di allora si comporti in simili modi, ma tutti questi discorsi hanno un significato ben chiaro e preciso.

A noi che abbiamo qualche conoscenza delle scritture, se non altro perché me lo hanno spiegato i sacerdoti nelle loro omelie durante la santa Messa, il senso è chiaro, tanto che pare superfluo spiegarlo. Pare ovvio che il Padrone raffigurato in questo brano sia Gesù, Dio stesso, e che i servi sono gli uomini e le donne di questo mondo che appartengono a Lui.
Sappiamo che improvvisamente, alla fine di questo mondo, della quale non si può prevedere come avverrà né quando, Gesù tornerà e chiederà conto a ognuno di noi. Ma lo farà con giustizia e misericordia.

«Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più
».

COME FARSI TROVARE "SVEGLI"

ATTENZIONE! La nostra personale fine del mondo avverrà con la nostra morte, inevitabilmete per ogni uono o donna di questa terra. Secondo la nostra fede le cose che accadranno a tutti alla fine della vita saranno: la morte, il giudizio, la destinazione eterna.

Questo non dobbiamo dimenticarlo mai, e dobbiamo agire di conseguenza, come spesso ho scritto in questi commenti. Dobbiamo cioè adottare tutti quegli accorgimenti - ognuno ha i suoi metodi - che ci ricordino sempre che Dio ci guarda. In altre parole dobbiamo 'vivere alla presenza di Dio'. Lo possiamo fare con un metodo, con un piano di azioni spirituali per cui a ore precise recitiamo delle preghiere, leggiamo i Vangeli, meditiamo cercando di capire quello che Gesù vuole da noi nella situazione pratica di vita nella quale ci troviamo.

Molto importanti però sono le nostre azioni. Devo chiedermi se cerco di mettere in pratica razionalmente e con prudenza quello che Gesù insegna; se ogni giorno accetto serenamente ciò che mi viene di bene o di male. Se sono misericordioso e giusto neoi confronti del prossimo e se curo che in famiglia ci sia una atmosfera di pace di fiducia e di allegria.



NOTA STORICA : il diritto (le leggi) sugli schiavi (nei Vangeli sono di solito chiamati i servi)

Per capire il 'PADRONE" e i "SERVI" di cui parlano le parabole è necessario un breve e scarno sunto sulla schiavitù

La schiavitù è consuetudine nella nelle civiltà antiche, ed era regolata dalla legge come ogni altra pratica economica. La civiltà romana ha rappresentato in occidente il campione delle società schiaviste. Il lavoro degli schiavi era componente essenziale della economia; importantissimo per i Romani era l'acquisizione di nuovi schiavi con le guerre di conquista.
Ma anche gli antichi greci basavano la maggior parte dell'economia sugli schiavi, ad ATENE per lunghi periodi ci sono stati più schiavi che uomini liberi.
Per i greci la schiavitù era un istituto di "diritto naturale" mentre per i Romani, invece, l'uomo non era schiavo per natura, ma lo poteva diventare se la legge positiva l'avesse deciso. Per questo lo schiavo romano poteva essere liberato e ottenere la cittadinanza romana. Ne troviamo molti esempi nella letteratura latina.

La cena di Trimalcione
La cena dello schiavo liberato: Trimalchione
Descritta nel 'Satyricon' di Petronio Arbiter Elegantiarum

A Roma e anche altrove gli schiavi potevano possedere il loro "PECULIO", sempre sotto la responsabilità del loro padrone, che era però civilmente responsabile del risultato dei loro affari. Uno schiavo poteva anche possedere altri schiavi.

Non volendo andare più a fondo e lasciando questo studio sugli schiavi ai volonterosi interessati, noi possiamo però intendere meglio il contenuto della parabola dei talenti, e anche il comportamento del "padrone" rappresentato in questi brani dell'Evangelista Luca, e anche in altri..

 

 

 


 Non abbiate paura! la misericordia di
 Gesù è INFINIT

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,35-38.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!».


 

 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,39-48.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

 

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