Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Giovanni 8,31-42
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»

Non considerando i fattori cogenti e ineludibili, il cristiano deovrebbe vivere nella consapevolezza che la verà libertà consiste nel non crearsi bisognisuperflui. Anche se uno ha mezzi cospicui può essere povero, povero in spirito, cioè essere capace di rinuncie volontarie, ovverossia di non rinchiudersi da sé in gabbie che potrebbero imprigionarlo e che lo limitano.

La misericordia di Dio
Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi

In questo brano Gesù rimprovera ai Giudei di non capire chi è Lui e di non accettare la verità. In effetti essi dimostrano spesso, lo leggiamo spesso lungo i racconti evangelici, di non aver compreso che la legge è per l'uomo, non l'uomo per la legge.
Essi la osservano meccanicamente, alla lettera, senza eccezioni e senza capirne la 'ratio', cioè il vero perché della esistenza della legge stessa.
In più il potere religioso dell'epoca vede in Gesù Cristo un concorrente che potrebbe demolire le loro strutture di potere, fare perdere i loro privilegi e magari arrivare a prendere il loro posto.
Ai Romani che governavano allora la Giudea ( in proposito potete leggere questo articolo di storia su Ponzio Pilato ) interessa relativamente o molto poco la religione dei loro amministrati. La libertà di religione è piena e il razzismo non esiste ancora, quello che interessa è la stabilità politica dll'Impero e la tutela della libertà di commercio e di movimento.

Un cristiano deve sapere che la libertà si conquista con l'essere discepoli di Gesù Cristo e sforzarsi di seguirlo, mettendo in pratica i suoi insegnamenti, nella situazione ordinaria in cui si trova perché Cristo è la via, la verità, la vita.
A questo obbiettivo si tende leggendo costantemente e meditando la sua parola, per crearci il nostro modello coerente di comportamento generale che ci permetta di provare a seguirlo nella nostra situazione ordinaria di vita e di lavoro.
Ci serve che aiuti a liberarci dai condizionamenti del relativismo dell'oggi e anzi, ad opporsi ad essi con intelligenza.
La cosa più importante è cercare di evitare l'ipocrisia in quello che facciamo. La vita deve avere la sua unicità, e non si dovrebbero avere due o più facce a seconda dell'ambiente e della situazione in cui ci si trova.
Ipocrisia, vizi e cattive abitudini sono negativi perché creano dipendenze. Sono delle gabbie dalle quali una persona non si può liberare, o può farlo a prezzo di sforzi enormi. Per essere liberi ed essere discepoli di Gesù Cristo si deve cercare di capire e seguire onestamente i suoi insegnamenti.

APPENDICE FILOSOFICA :

LA LIBERTÀ
La frase di Cicerone. 'la libertà (...) non consiste nell'avere un buon padrone, ma nel non averne affatto' pur riguardando la politica dell'epoca e avendo avuto allora uno scopo politico preciso, è però valida come principio del ragionamento generale.
Il cristiano sa che che la libertà, consiste nel non crearsi bisogni, non farsi condizionare dalle poroprie scelte. Anche se uno ha mezzi cospicui può essere povero, povero in spirito, cioè essere capace di rinuncia e di non rinchiudersi in gabbie che lo imprigionano e lo condizionano. Vizi e cattive abitudini sono tali perché creano dipendenze dalla quali una persona non si può liberare o può farlo a prezzo di sforzi enormi.
LA LIBERTÀ DUNQUE CONSISTE NEL NON AVERE PADRONI. Non si tratta del 'padrone', cioè di quello marxianamente visto e demonizzato come proprietario dei mezzi di produzione, oppure di colui che possiede più cose di un'altro. o che possiede cose che un altro non ha.
Non si tratta della mancanza di libertà derivante dalla cosiddetta 'alienazione' del lavoro (leggi 'furto') operata dal capitalista che sfrutta i poveri operai, ma della libertà individuale del singolo.
Possono esserci in realtà delle situazioni oggettive di bisogno che possono condizionare l'individuo fino a togliergli al possibilità di una vita degna di chiamarsi umana.
Ma ogni cristiano sa che bisogna fare in modo - mediante la politica - che simili situazioni non si verifichino, perché altrimenti non si seguono i precetti di Cristo, bon si è cristiani.
A questo proposito si deve tenere ben presente che in caso di amnministrazione di una collettività si deve purtroppo accettare il principio del 'male minore' evitando maggiori danni per la collattività. Dai frutti li giudicherete!
Cioè le decisioni che un individuo prende per sé sono un sua scelta morale condizionata solo dal bene del suo prossimo, quelle che riguardano una collettività invece non lo sono, pur soggette agli stessi principii morali.

IL RELATIVISMO
Il relativismo sostiene che una verità assoluta non esiste, oppure, anche se esiste, non è conoscibile o esprimibile o, in alternativa, è conoscibile o esprimibile soltanto parzialmente (appunto, relativamente); gli individui possono dunque ottenere solo conoscenze relative, in quanto ogni affermazione è riferita a particolari fattori ed è vera solo in riferimento ad essi è vera.
La prima comparsa del relativismo avviene all'interno della sofistica greca pù di 2500 anni or sono; per i sofisti, nessun atto conoscitivo raggiunge la natura oggettiva delle cose, né rappresenta una verità assoluta valida per ognuno.
IL cristiano invece sa quale sia la verità, che è assoluta enche è impersonificata da Cristo che è la via la verità e la vita

ARGOMENTI DI RIFLESSIONE

Libertà- Non avere padroni- Non essere Schiavi di sé stessi
Libertà e legge- Bene e male:concetti assoluti - Libertà è agire bene

 


 



 Non abbiate paura! la misericordia di
 Gesù è INFINITA

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 8,31-42.
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre;
se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.
Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!».
Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!
Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!».
Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.


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