Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Matteo 13,54-58
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

« "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.»

PREMESSA
Gesù non assiete chi non ha fede in Lui allo stesso modo in cui accompagna quelli che in Lui credono. Avere fede è quindi un requisito indispensabile, anche se non sufficiente, per seguirlo e quindi per essere un vero cristiano. La FEDE è una delle virtù teologali (FEDE, SPERANA, CARITÀ) che tali sono dette in quanto vengono da Dio stesso, e rendono l'uomo capace di mettersi in relazione con la Trinità. 
la Fede è l'atto volontario di credere alle verità divine - anche se possono talvolta sembrarci assurde ("credo quia absurdum")- ed è un dono, una grazia, che Dio fa a chi possiede le virtù umane, che sono le virtú proprie di una persona giusta, forte, temperante, padrone di sé e dei suo atti.
Una persona prudente, che non è avventata e che prima di agire pensa bene a ciò che sta per fare.


Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua

COME SI ACQUISTA IL DONO DELLA LA FEDE IN GESÙ CRISTO
Chi vuole praticare un qualunque sport, il calcio, il tennis, il nuoto o anche una qualsiasi delle cosiddette arti marziali, o chi vuole svolgere con coscienza e ottenere risultati nel suo lavoro professionale o artigianale o altro, sa bene che deve applicarsi, e studiare per imparare.
Una persona siffatta sa che deve metterci la volontà e fare ogni sforzo per non abbandonare la lotta contro sé stesso, contro la propria pigrizia. Ed essere il più possibile assiduo.
E anche quando uno ritenesse di aver raggiunto il livello che ritiene sodddisfacente, non dovrebbe mai smettere di studiare e di formarsi, perché rischierebbe di regredire e di adagiarsi in una situazione di mediocrità.
A maggior ragione per conquistarsi e mantenere il dono della Fede in Gesù Cristo bisogna per prima cosa sforzarsi di conoscerlo, per esempio leggendo e meditando il Vangelo, ove Egli stesso si fa conoscere come Dio.
Ma questo non basta. La conoscenza di Gesù non è facile e ci richiede impegno. Per questo, oltre a confidare nella saggezza e nella profondità della cultura religiosa del sacerdote o dei sacerdoti che conosciamo, possiamo anche documentarci attraverso una vasta letteratura.
Abbiamo numerose fonti che ci informano razionalmente sulla figura di Cristo (io usai per prima tanti anni fa la ENCICLOPEDIA JESUS DUEMILA ANNI DI ATTUALITA Editrice SAIE).
Senza la minima intenzione di fare pubblicità citerei anche alcune delle opere dell'ASbate Giuseppe Ricciotti. Raccomanderei in particolare la Vita di Gesù Cristo, 1941 (EFFEDIEFFE 2018); San Paolo apostolo, 1946 (EFFEDIEFFE 2019); e anche, se si trova, la sua opera sugli 'Atti degli Apostoli'.
Di ti vede sempre
        Gesù ti vede sempre. Con Lui non puoi fingere
        di essere quello che non sei
.
Secondo me queste letture sono utili per rimanere ancorati alla realtà razionale e poter POI leggere anche opere di carattere più spirituale.
Raccomando per esempio una bellissima opera di Francisca Javiera Del Valle intitolata "Decenario allo Spirito Santo".
Secondo me senza esagerare si potrebbe dire che tutto questo è solo una premessa perché per avere il dono della Fede, ma specialmente per conservarlo è necessario pregare assiduamente.
In altre parole dobbiamo trovare e sfruttare tutti quegli accorgimenti, per esempio immagini sacre disposte nei punti strategici in casa e sul luogo di lavoro - ove possibile - che ci permettano di ricordarci che dobbiamo pregare e vivere alla presenza di Dio, consci che Lui ci guarda e che è sempre vicino a ciascuno di noi..
Tuttavia, anche se abbiamo Fede, Dio NON PUÒ darci la certezza assoluta della Sua esistenza, o intervenire a comando. Altrimenti noi non saremmo più liberi di fare il bene, e dovremmo credere in Lui perché costretti.
Il dono delle Fede dobbiamo invece conquistarcelo e proseguire testardamente cercando di non deflettere dalle nostre buone intenzioni.
SE SBAGLIAMO, VISTO CHE SIAMO UOMINI E DONNE, SPESSO FACILI ALL'ERRORE, GEDÙ È SEMPRE PRONTO A PERDONARCI, SE RICONOSCIAMO DAVANTI A LUI DI AVERE SBAGLIATO E CERCHIAMO DI RETTIFICARE O DI RIMEDIARE AL MALE CHE EVENTUALMENTE AVESSIMO FATTO.
E SE DISGRAZIATAMENTE DOVESSIMO CADERE, CHIEDIAMO PERDONO, E NON SMETTIAMO MAI DI PREGARE. Noi cristiani cattolici poi, abbiamo anche la possibilità di chiedere perdono mediante il sacramento della penitenza.

COME AFFRONTARE I DUBBI DI FEDE ( che anch'essi sono una prova dell'esistenza del diavolo)
Gesù Cristo ci dice ripetutamente che il diavolo esiste, e che non è semplicemente una personificazione astratta del male, ma è persona reale ed esistente; il diavolo approfitta di ogni crepa, o anche di qualche distrazione.
Certe volte, quando stai facendo altro o quando meno te lo aspetti, o anche mentre stai leggendo un brano del Vangelo o un altro libro spirituale, ti vengono dei dubbi e pensi: se invece di essere quello che si racconta, fosse invece ...?
Non confido nulla qui sui tanti dubbi che ho avuto, però ho notato che ti vengono in qualunque occasione, anche mentre proprio non ci pensi, e sono tanto più complessi e sofisticati quanto più complessa e sofisticata è la preparazione culturale della persona.

PER AFFRONTARE I DUBBI DI FEDE NON BISOGNA DUNQUE DAR LORO CORDA, RIMUGINARCI SOPRA ED ELUCUBRARE PER TROVARE SOLUZIONI. I DUBBI DI FEDE DEVONO ESSERE SCACCIATI DALLA MENTE, SEMPLICEMENTE IGNORATI. IN TAL MODO DOPO UN PO' SATANA SMETTERÀ DI IMPORTUNARE, SALVO RIPROVARCI IN UN'ALTRA OCCASIONE.


fine del commento

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NOTA STORICA sintetica(la famiglia di Gesù)

ANNA E GIOACCHINO
Su Gioacchino e Anna, genitori di Maria, non ci sono riferimenti nella Bibbia e non si possiedono notizie certe; quelle giunte fino a oggi sono ricavate da testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo, oltre che dalla tradizione.
SAPPIAMO PERÒ CHE ERANO ENTRAMBI DI FAMIGLIA SACERDOTALE ED ERANO DAVVERO MOLTO RICCHI. Tuttavia erano disprezzati tra gli ebrei perché non avevano figli, il che era giudicato una maledizione, una punizione per i peccati commessi. Raccomandandosi a Dio ebbero finalmente Maria la futura madre di Gesù, e per riconosenza la dedicarono al tempio, e ce la mandarono per essere educata.
OLTRE AD ESERE MOLTO RICCHI ERANO ANCHE NOBILI, DISCENDENTI DEL RE DAVIDE, COME DEL RESTO ANCHE GIUSEPPE, IL PADRE PUTATIVO DI GESÙ.

PARLIAMO brevemente DI MARIA
Maria, parlandone anche come semplice donna, non è una persona qualunque. Educata al Tempio secondo il suo rango di nobiltà regale a causa del voto fatto dei genitori, Maria sa leggere e scrivere come un maestro della Legge, che conosce perfettamente. Appena raggiunta la pubertà deve lasciare il Tempio.
La verginità presso i Giudei non era affatto apprezzata e quindi la ragazza deve sposarsi, ma per una donna della sua cultura e del suo rango non è facile trovare un coniuge degno a cui affidarla.
Ragionevolmete, il suo sposo dunque non può essere una persona qualunque, deve essere in grado di mantenerla convenientemente al suo rango, ed essere anche Lui di nobile discendenza. Sia Lui che la sua sposa discendono infatti addirittura dal Re DAVIDE.
Ciononostante Maria è citata molto poco nei vangeli sinottici. Per capire chi era, oltre alla chiamata di Dio, dobbiamo ricordare quello che riferiscono i Vangeli sinottici.

[.. ] ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. 
2 Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 
(GV 1, 1-2)

Da qui ho creduto di intuire che fosse Maria l'invitata alle nozze e che di conseguenza fosse invitato ANCHE Gesù con i suoi discepoli.
PLA PALESTINA ANTICA
   La Palestina ai tempi di Gesù
MARIA, PUR SE ERA DONNA, ERA DUNQUE UNA PERSONA DI GRANDE RIGUARDO.
ANCHE GESÙ LO ERA, ANCHE SE ALL'EPOCA NON ANCORA AVEVA COMPIUTO MIRACOLI, PERCHÉ FIGLIO DI UNA GIOVANE VEDOVA TANTO IMPORTANTE, FIGLIA DI GENITORI RICCHISSIMI.

PARLIAMO DI GIUSEPPE
Di Lui nei Vangeli si parla ancor meno che di Maria.
Dal racconto evengelico che narra la nascita di Gesù Sappiamo che la famiglia di Giuseppe era originaria e risiedeva a Betlemme .
A motivo del censimento promulgato dall'Imperatore Ottaviano Augusto e gestito dal Governatore della Siria Quirinio, Giuseppe e Maria lasciano Nazaret in Galilea.
Devono raggiungere Betlemme in Giudea
a circa 150 Km di distanza, per via dell'usanza di farsi registare nel luogo di origine del capofamiglia.
Discendente della stirpe di Davide attraverso Giacobbe (Mt 1,16) ed Eli (Lc 3,23), San Giuseppe, il cui nome in ebraico significa “Jahvè accresca”, o “aggiunga”, visse a Nazareth, in Galilea, mentre la dimora della sua famiglia originaria era a Betlemme una cittadina a 8-10 Km a Sud di Gerusalemme.

LA FAMIGLIA DI GESÙ
Dato che si parla di Fratelli e sorelle di Gesù, oltre a pensare a rapporti di cuginanza, è pensabile che per esempio fossero figli di un precedente matrimonio di Giuseppe. Possibile che Giuseppe fosse un vedovo, un uomo di una certà età, non anziano ma neanche giovane, perché morendo prima che Gesù compia i 25-30 anni, lascia Maria vedova, e GESÙ ORMAI ADULTO, AD OCCUPARSI DELLA SUA ATTIVITÀ.
C'è da anche da dire che nei Vangeli solitamente si danno talvolta dettagli del genere, e non si parla di altre persone che oltre a Gesù vivevano insieme a Maria e Giuseppe.
Tutto considerato se Giuseppe aveva avuto altri figli, questi dovevano essere presumibilmente già cresciti ed autonomi al momento dlla nascita di Gesù.

LA PROFESSIONE ESERCITATA DA SAN GIUSEPPE E POI DA GESÙ
SACREA FAMIGLIA
   La Sacra famiglia
Probabilmente, come propone l'Abate Ricciotti, Giuseppe non era un falegname, come inece risulta dalla tradizione e dalla versione ufficiale. Le versioni latine dei vangeli sono infatti versioni dall'aramaico o del greco.
Per quanto ricordi dai miei studi classici e da tutte le versioni dal greco antico - che ho fatto ai tempi del liceo - moltissimi vocaboli e forme verbali possono assumere significati diversi a seconda del contesto.
Nella prima traduzione latina dal greco Giuseppe era chiamAto 'FABER' e non 'LIGNARIUS' che in latino sinifica appunto falegname. E in altri brani Gesù è chiamato il figlio di un 'CARPENTIERE'.
Giuseppe era dunqe probabilmente un 'COSTRUTTORE' di case o esercitava qualche altra attività produttiva di carattere artigianale.
Gli artigiani allora non erano persone quelunque, perché tutto veniva prodotto artigianalmente, anche se talvolta le botteghe potevano essere molto grandi e impiegare numerosi lavoranti.
I re stranieri che periodicamente nel passato avevano invaso Israele per prima cosa si erano portati via gli artigiani ebrei, la cui grande industriosità e abilità valeva più di qualunque ricchezza.

LA VISIONE PAUPERISTA
Quello che è stato tramandato nei secoli posteriori alla caduta dell'Impero Romano, venuta a precipitare la qualità della vita a causa delle invasioni dall'asia e delle epidemie, della corruzione e della decadenza demografica in occidente, e soprattutto per la GRANDE numerosità del ceto servile - gli schiavi - ha forzatamente assunto una connotazione marcatamente pauperista.
La concezione relativamente nuova di eguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio creatore, quindi soprattutto di amore per il prossimo, attraverso l'enfatizzazione dei concetti di fraternità di misericordia, è stata strumentalmente usata per mitigare le condizioni di vita dei ceti più deboli e a propagare più velocemente la Buona Novella.

In realtà, visto quello che si è detto di Maria e di Giuseppe e delle loro famiglie, essi non erano gente comune. Erano persone importanti e tuttaffatto dei poveracci che dovessero tirare sulla spesa, tuttaltro.
Questo si intuisce se si legge il Vangelo sotto una certa luce, cioè cercando di integrare avvenimenti di allora e le parabole di Gesù, i luoghi le persone e le professioni della Palestina di allora sotto l'aspetto storico, come fa l'Abate Ricciotti nelle suoe opere.
Molto utile a questo proposito leggere l'analisi dell'Abate anche relativamente agli 'atti degli apostoli'.

Allora le persone di un certo rango erano persone di cultura, per esempio Giuseppe doveva senz'altro conoscere almeno quattro lingue (Aramaico, Greco, Latino, dialetto Egiziano). Erano persone organizzate e ben dotate di beni, che si potevano permettere di andare improvvisamente, da ubn momento all'altro, nel vicino Egitto e rimanerci senza problemi.
Questi erano tratti comuni ai nobili dell'epoca.
Sappiamo per esempio che il Proconsole Ponzio Pilato, della nobile famiglia sannita dei Pontii, marito di una donna della famiglia dela famiglia impoeriale dei Giulio-Claudi (la moglie di Pilato: Claudia, alias Procula, Perpetua), in quanto Proconsole, per ricoprire l'incarico doveva conoscere il Greco (la lingua internazionale di allora), l'aramaico e anche altre lingue parlate nell'Impero.

 

 

 

 

 


 Non abbiate paura! la misericordia di
 Gesù è INFINIT
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,54-58.


In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli?
Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?».
E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.

 

 

 

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