Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Luca 19,1-10 (*)
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

Leggendo questo brano evangelico, più del fatto che Nostro Signore non fa differenza di persone, dal mio personale punto di vista, noto che risponde sempre a chi lo cerca e a chi desidera fermamente incontrarLo.
Mi colpisce molto anche il fatto che Gesù non dà mai giudizi "politici" come si legge del resto anche nel caso del Centurione, uomo che egli addirittura ammira, e nemmeno in questo di Zaccheo.

I Giudei disprezzano quelli che lavorano per i Romani, per esempio i samaritani che si arruolano come ausiliari nell'esercito imperiale, e ancor più quelli dei loro che sono addetti al censimento della popolazione e che raccolgono le imposte al servizio e per conto dello Stato - oggi si direbbe "l'Agenzia delle entrate".

Dice il Vangelo:

Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!»

Ho anche notato che Gesù non pronuncia per Zaccheo la frase assolutoria che ha rivolto altre volte alla meretrice pentita o all'adultera, o anche ai lebbrosi sanati: «ti sono rimessi i tuoi peccati» ma esclama « Oggi la salvezza è entrata in questa casa ... »

Pare evidente dunque che Zaccheo non ha derubato e frodato alcuno, per lo meno non lo ha fatto intenzionalmente, come del resto neppure Matteo il Pubblicano, anch'egli giudicato assai male dai concittadini al quale Gesù ha detto solo «vieni e seguimi» (Matteo 9,9-13).

Un'altro insegnamento che ricaviamo riguarda apetti del nostro comportamento verso il prossimo:

  • il primo è la solidarietà, in particolare con i più sfortunati.
    A Zaccheo non manca nulla, anzi è davvero molto ricco, e quindi per lui questo atto di generosità è proporzionato al fatto che tutto sommato egli rimane sempre molto ricco. Anche noi che viviamo invece una vita che non è ricca come quella di Zaccheo, anzi, quasi sempre densa di problemi finsnziari e preoccupazioni per le necessità di famiglia siamo tenuti alla solidarietà secondo i nostri mezzi.
    Il nostro contributo, che sarà tale da non danneggiare la nostra famiglia, alla quale non dobbiamo far mancare nulla di necessario, e magari sarà modesto, avrà lo stesso valore di quello di Zaccheo.
  • il secondo è l'onestà. "Semmai avessi frodato qualcuno ... restituirò ..."
  • il pentimento e la conversione quotidiana, visto che siamo peccatori e soggetti a sbagliare.

Nel mio caso personale quando la mattina a colazione vedo il quadretto di Gesù e della Madonna di Fatima appesi nel mio tinello - anche se già ho pensato a Loro sùbito appena sveglio - rinnovo il mio ringraziamento e l'offerta delle azioni della giornata che mi accingo ad affrontare.
E durante le attività della giornata cerco, come Matteo e come Zaccheo, di mettere in tutto quel che faccio la massima cura possibile per farlo bene e comportarmi come promesso, perché so che Lui è sempre con me.
Certamente so di poter sbagliare, e se mi rendo conto di averlo fatto,
non mi rifiuto di riconoscerlo, e mi scuso con Lui, promettendogli che farò tutto il possibile per rimediare. Come Zaccheo.

NOTA STORICA
Poiché in occasione di un'omelia su questo episodio, il predicatore ha concluso con un cenno sugli antichi romani e la schiavitù.
Nel Vangeli ricorre spesso la parabola del padrone
e dei servi (gli schiavi). Per esempio troviamo il padrone misericordioso che condona il debito al servo crudele che invece esige la restituzione di denaro da un suo sottoposto(gli schiavi potevano possedere propri beni e anche altri schiavi sotto la responsabilità del padrone); e anche per esempio la parabola dei talenti, dove troviamo situazioni riguardanti i servi (gli schiavi).

Colgo l'occasione e qui riporto la traduzione di una lettera di Seneca sull'argomento (clicca). La lettera contiene 21 paragrafi. Per chi non volesse leggerla tutta qui riporto l'oggetto di alcuni paragraf1:

1 - "Gli schiavi sono uomini, umili amici, compagni di schiavitù"
17- "Fai in modo di essere rispettato, non di essere temuto"
18- "Se uno è rispettato, è anche amato"
21- "La rettitudine piace a sé stessa ed è salda"

RIFERIMENTI LETTERARI IMPORTANTI CHE CONIVOLGONO SCHIAVI
Chi come me, e come il predicatore che ho citato sopra, ha letto il romanzo 'quo vadis', opera letteraria dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, sa bene che per la carenza della ricerca storica dell'epoca (1894) sono state scritte alcune esagerazioni storiche sul trattamento degli schiavi.

Ricordo anche La cosiddetta “Cena di Trimalchioneun liberto ricchissimo alla quale partecipavano schiavi suoi amici e altri liberti. Si tratta del più lungo episodio pervenutoci del Satyricon (letteralmente “racconti satireschi”), romanzo della letteratura latina, scritto da Petronio Arbitro intorno alla metà del I secolo d.C., durante il regno dell’imperatore Nerone (54-68 d.C.).
Petronio Arbitro a volte citato come Tito Petronio Nigro (in latino: Gaius Petronius Arbiter; Massilia, 27 – Cuma, 66) aveva una schiava che teneva e amava come fosse una moglie e che si suicidò insieme a lui per ordine dell'imperatore Nerone. Anche Nerone aveva una schiava chiamata 'Atte' a cui era affezioneto e che sembra su suo ordine, lo abbia aiutato ad uccidersi.

 

 


 

(*)questo commento è la revisione di quello pubblicato il 3 novembre 2019 sullo stesso brano Luca 19,1-10


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 19,1-10.

In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo;
il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 

Traduzione liturgica della Bibbia