Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Matteo 11,28-30
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

«Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò....... Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»

Nella sua omelia della Messa di stamattina il celebrante ha dato a questo brano una interpretazione pauperista, di sapore populistico.
Affaticati e oppressi pare che non possano essere tutti gli esseri umani, ma solo i 'piccoli' e i 'poveri'.
Per quanto riguarda l'umiltà di cuore,Farisei e sadducei
   Gesù confonde Farisei e Sadducei
il discorso ha fatto sembrare che la virtù dell'umiltà sia possibile solo a loro, ai poveri, ai deboli, a quelli che appunto subiscono passivamente sopraffazioni, contrapposti ai 'ricchi' e non solo, ma anche ai 'sapienti e intelligenti'.
Dal discorso, pur corretto nella sostanza, però mi è parso che - sempre secondo il celebrante - nessuna delle persone 'ricche' 'sapienti' e intelligenti' siano mai state capaci di umiltà e mitezza.
Da un certo punto di vista non ha torto, perché - lo dico anche per esperienze personali - in certi ambienti, molti individui, in particolare quelli che dispongono di qualche mezzo economico, mostrano presunzione, amor proprio, e orgoglio in stretta relazione alla 'ricchezza' che possiedono. Questo anche quando la loro cultura generale appare abbastanza povera.
Quando queste persone si confrontano con il prossimo il loro atteggiamento si trasforma in prepotenza e presunzione, e talvolta sopraffazione. Talvolta proprio a motivo della loro ignoranza.
Comunque, era un po' che non ascoltavo questo tipo di discorsi, e probabilmente l'omelia si ispirava alle esperienze personali del celebrante nella vita di ogni giorno.

Commenterei il brano sotto una luce positiva:

Piccoli. 'Piccoli' lo siamo tutti se ci confrontiamo con l'immensità del Creato e con la nostra relativa impotenza di fronte alla natura. Nessuno di noi, dice Gesù, può allungare neppure di un istante la propria vita.
Chiaro che se siamo acciecati dalla nostra presunzione, e non teniamo sempre presente il nostro essere uomini e donne soggetti a potenze che non possiamo controllare, non saremo in grado di farci 'bambini' come ci chiede Gesù Cristo, e non saremo in grado di accettare Lui. Il primo passo per avvicinarcia Dio è quindi riconoscere quello che siamo.

Affaticati e oppressi. Pare chiaro che chi ha difficoltà economiche e non riesce a sbarcare il lunario - in particolari momenti come quelli dell'oggi - sia infelice, affaticato e anche oppresso, quando addirittura non si faccia prendere dalla disperazione.
C'è però qualcuno che in qualche momento della sua vita non abbia sperimentato fatica, oppressione e sensazioni di infelicità? Non credo. Saremmo stupidi a pensarlo, e quel qualcuno sarebbe un idiota.
Anche se ricco, sapiente o intelligente, chi non si è mai trovato davanti a sentimenti di infelicità e di dubbio, o addirittura davanti a senzazioni di impotenza? Molti pensano a Dio solo in questi frangenti, mentre invece dovrebbero pensare sempre a LUI e comportarsi di conseguenza. Non so dove qualcuno ha scritto che : "in un aereo che sta precipitando è difficile trovare un ateo".

Venite a me
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò

Ricchi e ricchezza.
La ricchezza materiale è una categoria che può condizionare l'uomo e impedirgli di accettare Gesù. Ma Gesù stesso dice 'nulla è impossibile a Dio` (Matteo-19,23-30).
Infatti, la ricchezza materiale quando non condiziona il comportamento dell'uomo non è assolutamente un impedimento. Non ti impedisce di seguire Gesu nella tua vita ordinaria in certi casi:

  • quando non ti rende schiavo, cioè ti lascia la libertà di non crearti bisogni superflui.
  • quando non ti rende sordo indifferente alle necessità del tuo prossimo. Anche qui c'è da dire che per quanto ricco uno sia, non può accollarsi compiti che spettano alla società, perché la sua ricchezza svanirebbe per via del numero e subito non servirebbe ne a lui ne agli altri. Quindi, la ricchezza:
    • va usata per il prossimo che Dio ti manda davanti. Il prossimo più prossimo sono i familiari, ma non devono essere dimenticati anche gli altri. La parabola del ricco epulone ci aiuta a capire questo aspetto;
    • va usata per creare ricchezza e condizioni di vita e di lavoro per tanti altri. Esempi di imprenditori illustri e meno illustri che accrescendo la loro ricchezza consentono a molte persone di vivere e prosperare da noi abbondano;
    • non deve essere sprecata, perché lo spreco e l'incapacità di amministrare la distruggerebbero, impedendo di usarla bene;
  • quando sei in grado di rinunciare volontariamente alle cose, lo fai per amore di Gesù Cristo,e gli offri la tua rinuncia. La tua, non quella degli altri.

Se uno è attaccato ai beni materiali, è come uno schiavo di sé stesso. È uno che non pensa che la sua vita dura meno di un battito di ciglia rispetto al tempo dell'Universo Creato. È allora che rischia di essere respinto da Dio, che pure è misericodia infinita.

CONCLUSIONE: UNO DI NOI NON PÙO PENSARE DI RENDERE MIGLIORE IL MONDO INTERO, MA SE DIO VUOLE LUI PUÒ FARLO. QUINDI PREGHIAMO PERCHÉ LO FACCIA.

La preghiera cristiana è relazione personale e viva dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo che abita nel loro cuore. Così come la Fede essa è sempre il dono di Dio che viene ad incontrare l'uomo. 

PREGHIAMO SEMPRE, COSTANTEMENTE, ma facciamolo in modo ordinato, in modo che non sia un limite agli altri nostri doveri familiari professionati eccetera. Questo ci consentirà di vivere sempre alla presenza di Dio anche quando, per esempio, dobbiamo dedicare tutta la nostra attenzione la lavoro. Questa sarà la nostra parte.
Con riferimento agli attuali conflitti in corso raccomando a tutti di dedicare ogni giorno una preghiera per la richiesta della cessazione di tutte le guerre che oggi insanguinano il mondo.

NON POSSIAMO PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO INTERO, MA DIO PUÒ FARLO. QUINDI PREGHIAMO CRISTIANAMENTE PER NOI E PER GLI ALTRI anche per quelli che pensiamo siano una causa persa.


FINE DEL COMMENTO

 

NOTA STORICA:
PRESUNZIONE E Secondo me certi atteggiamenti sono comprensibili particolarmente quando sono radicati direi connaturati in certe culture locali o anche nazionali e sono comuni in esse.
Si tratta di atteggiamenti di alterigia sedimentati nella struttura di certe società, che vengono da lontano, da esperienze storiche di centinaia d'anni e quindi difficili da modificare.

 


Stefano Pelloni
  Non temete! La misericordia di
  Gesù è infinita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,28-30.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

 

 

 

 

 

 

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