Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Matteo 19,27-29
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

In Italia oggi 11 Luglio si celebra la festa di San Benedetto, Patrono d'Europa, che ponendosi alla incondizionata sequela di Cristo ha permesso a noi di essere tutto ciò che siamo oggi.

«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?»

Quelli che hanno ascoltato la parola di Gesù e nei secoli lo hanno seguíto in questa nella sua richiesta di dedicazione irreversibile e impegnativa alla Missione di evangelizzare, portare al mondo la parola di Cristo, ma anche di salvare e di trasmettere la cultura classica, son coloro che con ciò hanno permesso la nostra stessa esistenza di cristiani.
Così come non si può immaginare un mondo senza l'esistenza dell'impero che circa duemila anni fa ha favorito la fulminea espansione del cristianesimo nel mondo occidentale allora conosciuto, allo stesso modo non si può immaginare cosa sarebbe stata l'Europa senza i monaci dei monasteri medioevali.
Sono loro che hanno dissodato intere regioni contribuendo in modo determinante ad amalgamare la cultura greco-romana e quella dei nuovi popoli conquistatori.

Monaci al lavoro nei campi
Monaci al lavoro nei campi

Sono sempre loro che hanno salvato opere d'arte, copiando instancabili ogni opera letteraria senza alcuna eccezione, salvando il salvabile delle opere dell'antichità.

Monaci intenti a copiare
Monaci intenti a copiare abntichi manoscritti e documenti

I monaci dei monasteri medievali hanno trasmesso ai posteri tutta la cultura classica, ea anche i suoi valori sul diritto e la giustizia. A questo proposito possiamo leggere il discorso di Papa Benedetto 16º all'udienza generale del 9 aprile 2008.
Il rapporto equilibrato tra preghiera e lavoro, scandiva le giornate nelle comunità religiose dal Medioevo in poi.
Nel silenzio dei chiostri migliaia di monaci hanno contribuito a costruire l'Europa con il loro paziente lavoro.

La locuzione latina associata alla regola di San Benedetto, ora et labora, significa "prega e lavora", o "prega e fai fatica".
Certo, noi cristiani ordinari, che non siamo monaci e magari abbiamo anche una famiglia a cui provvedere, non possiamo lasciare tutto e fare come loro.
Tuttavia nel nostro àmbito di vita abbiamo il dovere di cercare di imitarli nel rapporto ordinato che dovremmo instaurare tra il nostro lavoro, le altre nostre attività di ogni giorno, e la preghiera.

La preghiera cristiana è relazione personale e viva dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo che abita nel loro cuore. Così come la Fede essa è sempre il dono di Dio che viene ad incontrare l'uomo. 

PREGHIAMO SEMPRE, COSTANTEMENTE, ma facciamolo in modo ordinato, in modo che non sia un limite agli altri nostri doveri familiari professionati eccetera. Questo ci consentirà di vivere sempre alla presenza di Dio anche quando, per esempio, dobbiamo dedicare tutta la nostra attenzione la lavoro. Questa sarà la nostra parte


Con riferimento agli attuali conflitti in corso raccomando a tutti di dedicare ogni giorno una preghiera per la richiesta della cessazione di tutte le guerre che oggi insanguinano il mondo.


FINE DEL COMMENTO

 

NOTA STORICA:

Discordo di Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013, all'Udienza Generale, del 9 aprile 2008

San Benedetto, patrono d'Europa

Vorrei oggi parlare di san Benedetto, Fondatore del monachesimo occidentale, e anche Patrono del mio pontificato. Comincio con una parola di san Gregorio Magno, che scrive di san Benedetto: «L'uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non rifulse meno per l'eloquenza con cui seppe esporre la sua dottrina» (Dial. II, 36). Queste parole il grande Papa scrisse nell'anno 592; il santo monaco era morto appena 50 anni prima ed era ancora vivo nella memoria della gente e soprattutto nel fiorente Ordine religioso da lui fondato. San Benedetto da Norcia con la sua vita e la sua opera ha esercitato un influsso fondamentale sullo sviluppo della civiltà e della cultura europea. (...)

A cavallo tra il V e il VI secolo il mondo era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni, causata dal crollo dell'Impero Romano, dall'invasione dei nuovi popoli e dalla decadenza dei costumi. Con la presentazione di san Benedetto come «astro luminoso», Gregorio voleva indicare in questa situazione tremenda, proprio qui in questa città di Roma, la via d'uscita dalla «notte oscura della storia» (cfr Giovanni Paolo II). Di fatto, l'opera del Santo e, in modo particolare, la sua Regola si rivelarono apportatrici di un autentico fermento spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben al di là dei confini della sua Patria e del suo tempo, il volto dell'Europa, suscitando dopo la caduta dell'unità politica creata dall'impero romano una nuova unità spirituale e culturale, quella della fede cristiana condivisa dai popoli del continente. E' nata proprio così la realtà che noi chiamiamo «Europa».

(Copyright © Libreria Editrice Vaticana)

 

 


Stefano Pelloni
  Non temete! La misericordia di
  Gesù è infinita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 19,27-29.

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

 

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