Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,1-11.
 
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

«...ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli »

Oggi mi viene in mente qualcosa da aggiungere al commento che ho già pubblicato il 21 di gennaio del 2019, che si può richiamare CLICCANDO QUI(per tornare a questa pagina usare il browser o il menu a sinistra).


Gesù alle nozze di Cana trasforma l'acqua in ottimo vino

Per prima cosa, dal racconto dell'evangelista, mi sembra evidente che fosse La Santa Vergine quella invitata al pranzo di nozze come persona di grande riguardo, oggi si direbbe una VIP.
Fu per questo motivo che furono invitati alle nozza ANCHE suo figlio Gesù con i discepoli, perché tra l'altro all'epoca una donna non avrebbe potuto presentarsi da sola a una festa.
In secondo ma non ultimo luogo, è altrettanto evidente come la Santa Vergine avesse sempre attenzione assidua e affettuosa per il suo prossimo, che in quella occasione erano in particolare gli sposi, ma anche i loro invitati.
La Vergine Maria, vigile e attenta a tutto ogni momento, subito nota che manca il vino, e si preoccupa di evitare che lo sposo e la sua famiglia possano fare una brutta figura ed essere soggetti a critiche.
Chiede allora a suo figlio di provvedere. E Gesù a Sua madre tutto concede.

Mi convinco, se possibile ancor di più, che per essere graditi a Dio è indispensabile essere devoti ammiratori di Maria Santissima, volerle bene con tutto il cuore e soprattutto imitarla nel nostro quotidiano.

E per imitarla, anche noi nei limiti delle nostre possibilità, dobbiamo dedicare attenzione al nostro prossimo, la stessa attenzione che ha avuto lei alle nozze di Cana e che anche oggi ha per tutti gli uomini.
Non ripeto qui che cosa si intenda per 'nostro prossimo', cosa che ho ampiamente descritto altre volte, ma ribadisco che questa attenzione è essenziale se vogliamo santificare la mostra vita ordinaria per seguire Cristo.

Nel mio caso io prego assiduamente, chiedo alla Santa Vergine Maria anche di assistermi nelle necessità e nei frangenti della vita quotidiana, specialmente di non permettere che io mi allontani da Gesù.
Le dichiaro il mio amore e la mia riconoscenza e le chiedo anche di concedermi che la sua amicizia mi rafforzi nella Fede, nella Carità e nella Speranza, e che quando e come Dio vorrà Ella mi venga a prendere per accompagnarmi quando attraverserò la strada per l'altra vita.

Ciò che dunque veramente importa a questo mondo è sforzarsi di vivere secondo gli insegnamenti di Cristo. E per questo è necessario secondo me leggere ogni santo giorno un brano del Vangelo, pregarci sopra e meditarlo.
Ma questo non basta: bisogna anche leggere studiare e documentarsi per poter capire come ognuno di noi, nella posizione in cui Dio lo ha voluto mettere, e secondo le proprie responsabilità concrete, possa contestualizzare correttamente l'insegnamento evangelico nella realtà e sforzarsi di applicarlo nella pratica di ogni giorno.

Fine del commento


NOTA STORICA

La Sacra Famiglia era modesta povera quando non indigente?

Pare evidente che nei secoli di decadenza economica che seguirono la dissoluzione dell'impero occidentale quando alle malattie e le pesti di sempre si aggiungevano gravi e generalizzati stati di carenze alimentari carestie diffuse, appariva necessario nella Chiesa ostentare pauperismo, quasi sempre inteso come sacrificio personale per cercare di imitare Cristo, il povero e umile per eccellenza.
Allora la lettura e la scrittura assunsero sempre più il carattere di essere riservate, privilegio della Chiesa e a pochissimi altri 'addetti ai lavori'. Tra ll resto della popolazione, compresa la nobiltà l'analfabetismo era la regola, e nell'età media i rapporti tra gli uomini erano regolati da Dio, rappresentato dalla Chiesa.
Nell'età media sorsero anche movimenti di ribellione alle severe e tristi condizioni di vita di molte zone povere, e talvolta alla predicazione si aggiungevano anche violenze ed espropriazioni ai danni dei più abbienti, veri atti di brigantaggio svolti nel nome del messaggio di povertà evangelica e dell'aiuto agli indigenti.
Il più famoso è il movimento di Frate Dolcino, un vero e proprio violento anticipatore di Marx e del distributismno cattolico.
Ovviamente i marxiani attuali vedono la sua figura secondo la loro ideologia e non menzionano in modo particolare i delitti compiuti dalle sue bande di seguaci e di disperati.

La famiglia di Gesù non era affatto povera, né i parenti erano persone comuni

Personalmente mi irritano alquanto certe narrazioni e certe rappresentazioni mediatiche, quando la storia viene distorta a vantaggio dell'ideologia del politicamente corretto ed anche utile ai detrattori della fede cattolica.
C'e stato chi per esempio chi ha fatto passare San Giuseppe come un povero spiantato disoccupato a causa della crisi economica (ma quale?), e la Vergine Maria come una massaia che si occupava della casa magari spignattando qua e là e facendo i lavori più umili, e magari faticando a mettere insieme pranzo e cena.
Mi irrita anche quando - per fortuna oggi accade più di rado - i preti cattolici nelle loro omelie hanno smesso di spiegare il vangelo occupandosi più di Cesare o meno di Dio, fraintendono l'insegnamento evangelico e mistiificano la Storia civile dell'epoca di Gesù Cristo.
MI CORRE DUNQUE L'OBBLIGO DI CHIARIRE CHE:

  • San Gioacchino (Joaquim) padre di Maria era Sacerdote, per di più di discendenza regale, perché discendeva dal Re Davide
  • Sant'Anna e San Gioacchino erano anche molto ricchi, e non solo benestanti.
  • La Vergine Maria, Figlia di Anna e Gioacchino, era una fanciulla nobile educata al tempio(si sa perché), e cosa rara per le donne ebree sapeva leggere e scrivere e aveva anche una buona preparazione culturale in genere.
    Per noi credenti la Vergine è anche un portento di intelligenza e bellezza, essendo stata concepita priva del peccato originale che invece affligge noi tutti.
  • San Giuseppe, che la vulgata definoisce un falegname, in realtà vediamo che nella traduzione latina dei vangeli viene chiamato FABER (fabbricatore, costruttore) e non LIGNARIUS (falegname). Il carpentiere Giuseppe, come spesso definito nelle traduzioni dei Vangeli, era dunque un costruttore e non un modesto operaio specializzato, magari DISOCCUPATO. Del resto all'eopca in cui tutto doveva essere fatto a mano gli artigiani in genere erano persone molto importanti nella comunità.

L'errore di oggi

L'errore di oggi secono il mio modestissimo parere è interpretare le Scritture, il discorso della beatitudini per esempio, secondo le categorie medioevali e non ATTUALIZZATE, cioè nel loro vero significato relativo al tempo e all'ambiente sociale presente.
Se leggiamo e meditiamo i Vangeli in modo razionale mettendoli in relazione con la Storia e l'attualità, secondo me potremo verificare - se pur ce ne fosse bisogno - che la predicazione di Gesu è attuale e vivissima anche dopo millenni.
Gesù Cristo chiarisce sempre:

  • che il suo insegnamento è diretto alla singola persona, la quale nella vita ordinaria e secondo le sue possibilità deve sforzarsi di capirlo per metterlo in pratica.
    L'eroismo è di pochi mentre la santità della vita ordinaria può essere un obbiettivo per tutti, è alla portata di tutti noi.
  • che l'etica politica e quella personale, pur ispirandosi agli stessi principii non possono applicarsi con la stessa prassi. Ci chiariscono le idee in particolare l'episodio del servo del Centurione e il "dai a Cesare quello che è di Cesare". E c'è anche compreso in un brano il concetto della legittima difesa della propria famiglia e dei propri beni.

Solo non commettendo l'errore che purtroppo è comune oggi, cercando di evitare l'influsso delle distorsioni marxiane, il Vangelo potrà essere applicato e messo in pratica in armonia con l'evoluzione della società umana.

Evitiamo di contribuire acché la frase di Cristo « quando ritornerò troverò ancóra la fede sulla Terra? » abbia una risposta negativa, e che la Fede rimanga e anzi sia AUMENTATA. 



 


Stefano Pelloni
  Non temete! La misericordia di
  Gesù è infinita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,1-11.

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».
E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».
La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.
E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo.
Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.
E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo
e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

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