Vangelo di Gesù Cristo
Secondo Luca 24,13-35.
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

«Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».

Anche dopo tutto quello che avevano visto e sentito i suoi ancora non credevano che Gesù fosse la persona divina che Lui stesso aveva dichiarato di essere.
Dopo tutte le prove, i segni miracolosi, e gli avvenimenti prodigiosi che avevano visto non si erano ancora convinti.
Erano rimasti scandalizzati dal fatto che il loro Maestro si era volontariamente sottoposto al supplizio atroce della crocifissione, e con questo erano caduti nel medesimo errore di coloro che lo avevano condannato.


Gesù incontra i discepoli a Emmaus

E noi? Non siamo noi che quando ci facciamo prendere dal dubbio forse rassomigliamo a quei discepoli che ancóra non credevano?
A chi di noi, durante la consacrazione non è venuto mai da chiederci se davvero quel pane è il corpo di Cristo e davvero quel vino è il Suo sangue?
Anche perché non abbiamo la testimonianza diretta degli avvenimenti di allora, dobbiamo allora contare sulla fermezza della nostra fede in Lui. Per questo Paolo dice: «Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede, stolta la nostra predicazione» (1 Cor 15,14).
La risurrezione è certezza: in quanto tu credi, senti la presenza di colui che è la vita.

Quante volte negli affanni e nei dolori che immancabilmente sono presenti nella vita di tutti noi che siamo sulla faccia di questa terra ci ha assalito lo sconforto, la tristezza ci è piombata addosso?
Quante volte in questi casi ci ha assalito la tentazione di pensare che la nostra fede sia tutta una illusione?
È specialmente in questi momenti particolari che dobbiamo pensare alla Croce: se lui ha voluto farsi crocifiggere, lo ha fatto anche per darci un esempio, perché anche noi sopportassimo quello che di male ci può accadere.
Con questo Gesù ci ha lasciato e ci lascia liberi, liberi anche di non credere. Per questo lascia che anche noi, come lui sulla Croce quando lancia l'ultimo grido di dolore, siamo sottoposti al tormento del dubbio.

È per questo che dobbiamo sforzarci di vivere alla Sua presenza, pensare come se Lui fosse sempre accanto a noi.
La mattina al risveglio, quando lavoriamo, quando ci nutriamo, nelle manifestazioni della nostra vita specialmente anche nei momenti di gioia dobbiamo sforzarci di non dimenticarlo mai.
Nel mio caso, aiutandomi con le immagini sacre che ho discretamente presenti in ogni stanza della casa, cerco di ossevare durante la giornata un piano di azioni - la Messa e possibilmente anche la Comunione per esempio - di pensieri e di letture - il Vangelo per esempio - che me lo permettano sempre. Aiutati che Dio ti aiuta, dice il proverbio. So che Lui mi perdonerà sempre anche quando sbaglio e cado, basta che io glielo chieda.



Stefano Pelloni
  Non temete! La misericordia di
  Gesù è infinita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 24,13-35.

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,
e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro
e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Copyright @ Conferenza Episcopale Italiana [2003 11 05]

 

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