Beati gli operatori di pace Matteo 5,1-12a

Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

«Beati gli operatori di pace ........................»

La pace non è l'assenza di uno stato di guerra, come i più pensano, o per Maroc Aurelio
      Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si
       avvicinarono i discepoli.
per lo meno non è solo quello. La pace che Gesù vuole consiste in quello stato d'animo della singola persona, in pace con sé stesso e con gli altri e che sa rimanere essere tale - che Dio ci assista - anche durante una guerra.
Se leggiamo bene il Vangelo capiremo chiaramente che l'insegnamento di Gesù è sempre individuale, cioè rivolto a me, a te, al singolo individuo che poi vivendo e lavorando nel proprio ambiente, ne trasmette agli altri la spiritualità e il senso.
Perciò lo stato di pace che ognuno di noi dovrebbe ricercare per primo è quello più alla propria portata, quello della propria vita ordinaria.

Personalmente penso che Gesù, dichiarando beati gli operatori di pace - in origine si diceva: I PACIFICI- anzitutto chieda di realizzare pace e armonia tra i membri della nostra famiglia.
Cioè saremo operatori di pace tutti noi che ci mettiamo nell'ottica del servizio agli altri della comunità in cui viviamo e dimentichiamo noi stessi per gli altri, nel giusto ordine.
Gesù ci chiede di farlo disinteressatamente, senza aspettarci di essere ricambiati, anche se poi di solito spesso lo saremo.
C'è anche gente che si prodiga volontariamente per gli altri, per esempio va per le strade di notte ad assistere i poveri e i senza tetto o chi gratuitamente e senza alcun vantaggio si occupa di un parente solo o ammalato.
Ma l'amore per il prossimo che Gesù chiede a uno di noi cristiani comuni che non hanno o non possono permettersi simili occasioni di vita eroica, ma che tutti i giorni, come si suol dire, tiriamo avanti la carretta è diverso.
Dobbiamo cercare di realizzare PACE e armonia prima in famiglia e poi con la solidarietà e l'amicizia tra i colleghi di lavoro e gli altri amici.
Nell'astio e nelle rivalità si vive infatti molto male, e poi i cattivi sentimenti si portano con noi ovunque, ci seguono sempre, ed è difficile liberarsene.
Spesso in passato, quando andavano più di moda, vedevamo sfilare cortei di una gran quantità di persone che manifestavano per la pace.
Poi in realtà si constatava che le motivazioni di moltissima gente erano ben diverse, per esempio cogliere l'occasione per una bella gita e andarsi a mangiare una salsiccia di Norcia alla griglia con un bicchiere di rosso; o anche precipuamente per certi politici le intenzioni erano indirizzate 'contro' qualcuno; e come sempre accade in certe 'marce della pace' o simili credo che in molta parte fossero anche una finzione.
Giudico che manifestazioni simili fossero una finzione perché di fatto alla fine molto pochi facevano l'unica cosa che più contava: andare a Messa e pregare il Signore Iddio per la pace.

GESÙ E LA PACE in senso proprio: Vangelo secondo Luca 7,1-10.

Maroc Aurelio
 A Gesù viene chiesto aiuto da un incaricato del Centurione di Cafarnao
Di questo ho già trattato in altri articoli. Vorrei però puntualizzare che Gesù non disprezza coloro che onestamente difendono la pace. Nel Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 7,1-10. si descrive come i giudei di Cafarnao addirittura ‘raccomandano’ a Gesù una persona che oggi gente ignorante di Storia o anche in malafede chiamerebbe un truce ‘oppressore occupante’.
Vorrei anche sottolineare L’AMMIRAZIONE di Dio per questo potente ufficiale dell’esercito imperiale romano:

  • che TRATTA UMANAMENTE IL SUO SCHIAVO, HA AFFETTO PER LUI. E ne chiede umilmente a Gesù la guarigione.
  • Che nel contempo orgogliosamente spiega l’esercizio della ferrea disciplina militare e l'efficienza che rendeva grande e potente l’impero.

La benevolenza di Gesù verso chi compie bene e onestamente il proprio dovere qui quasi si sente. Seguire Cristo significa anche compiere il proprio dovere come faceva quel Centurione, e fare al meglio il proprio lavoro, anche quando si tratta di usare con efficienza ed efficacia le armi per la difesa della propria Patria, senza perdere di umanità, come quel Centurione, Cittadino Romano del primo secolo.
Mantenere LA PACE DELL'ANIMA, ed essere orgoglioso di riuscire a farlo. Certo ci vuole FORTEZZA e capacità di soffrire e sacrificarsi, e questo nell'esercito imperiale non mancava quasi mai, ma oggi le virtù umane pare siano superate, o almeno così mostrano i MEDIA E LA PROPAGANDA.
Preghiamo Dio che ritornino se no saranno ... guai amari.

Fine del commento


NOTA STORICA sui Romani antichi. Costretti difendere la città e i confini delle popolazioni alleate o amministrate dalle continue e insistenti aggressioni esterne di africani, greci, celti, popolazioni germaniche, e barbari orientali di ogni sorta, finirono per divenire operatori di pace, civilizzatori del mondo, tanto che Gesù Cristo ne fece il nuovo 'popolo eletto'.Maroc Aurelio
  Legionario del I secolo

Roma fu costretta a lottare per sopravvivere fino dai primi giorni, e creò non solo lo Stato meglio organizzato, ma anche una macchina militare alla quale nessuno resiste, perché nessun altro esercito è dotato delle sue armi segrete: organizzazione, stoicismo, e disciplina. In marcia i soldati bevono una mistura di acqua e aceto - proprio quello che fu offerto a Gesù morente in croce.
Ad ogni sosta i campi vengono fortificati e vigilati con ferreo rigore, in battaglia ci sono regole precise che tutti osservano fino alla morte, qualunque cosa accada.Maroc Aurelio
         Centurione del I secolo.
A queste virtù si aggiunge la superiorità tecnologica delle armi, che spesso sono fabbricate dai legionari stessi. Durante le campagne militari vengono anche osservati il comportamento e le dotazioni dell'avversario e adottati eventuali miglioramenti, per esempio nel primo secolo sono adottati gli archi potenti a lunga gittata dei Parti che ai primi scontri impedivano ai legionari di venire a contatto fisico con il nemico, e quindi furono il motivo per cui il console Crasso, ai tempi di Giulio Cesare, lasciò la pelle nel deserto.
Anche la fitta rete di strade - più di mezzo milione di chilometri - che permetteva le comunicazioni veloci in carrozza o a cavallo a chiunque volesse viaggiare è stata costruita in gran parte da legionari, sia durante i periodi di pace sia per le campagne militari. Lasciamo perdere le sciocchezze che si sono dette e si dicono ancora sui Romani Antichi, o per interessi o antipatie politiche o altro o per le fantasie generalmenbte distorte degli incolti sceneggiatori dei colossal di Hollywood.
Non pare plausibile e nemmeno possibile infatti che l'Europa e il mondo occidentale antico siano stati romanizzati con inutile violenza. Il mondo occidentale dell'epoca, mano a mano che i vari popoli dell'esterno venivano a contatto coi Romani, sceglieva e adottava volontariamente la civiltà greco-romana e la legge di Roma. Oltre alla legge ne ha adottato i costumi e imparato a costruire.
Acquedotti, strade, sistemi fognanti, contruzioni civili, e il corpus iuris di base sono propri dei Romani. Anche ai greci i Romani hanno portato Acquedotti, strade, sistemi fognanti e in cambio ne hanno integrato e assimilato l'antica cultura. Anche nei vizi, purtroppo.
Da cristiano penso che l'Impero Romano d'Occidente sia caduto circa quattrocento anni dopo Cristo perché era terminata la sua funzione: quella di permettere la propagazione veloce della dottrina cristiana nel mondo romanizzato.

BREVE EXCURSUS IMPERIALE

il mondo occidentale Ha scelto di essere tale, tanto che noi occidentali scriviamo quasi tutti con un alfabeto derivato dal latino, dividiamo il giorno in 24 ore (12 X 2), e i nomi dei MESI del CALENDARIO sono romani. Ad esempio, alcuni sono chiamati con un numero es. Ottobre, Novembre, Dicembre; altri con il nome delle maggiori famiglie nobili romane, Luglio (Julius), Giugno (Junius), nomi di dei del pantheon romano, eccetera.
La quasi totalità se non tutte le città Europee di oggi in Spagna, Francia, Inghilterra, Germania occidentale, eccetera sono state fondate dai Romani antichi.
Il nostro attuale calendario non inizia più dalla fondazione delle città di Roma, ma circa dall'anno della nascita di Cristo, fissata convenzionalmente il 25 dicembre, giorno del 'Sol Invictus', quando il sole toccato il minimo, ricomincia a salire.
Il nostro calendario deriva da quello Giuliano - di Giulio Cesare - riformato  papa Gregorio XIII, che introdusse la modifica il 4 ottobre 1582.
Nel modo anglosassone poi si usano ancora le misure di origine romana, piede, pollice e miglio, e molti di noi sappiamo anche scrivere i numeri romani.

Maroc Aurelio
  L'impersatore MARCO AURELIO. La statua è sopravvissuta al
   fanatismo dei cristiani perché si credeva fosse dell'Imperatore

 Costantino. Le altre furono fuse per ricavarne bronzo o calce


L'impero iniziò a decadere alla fine del secondo secolo quando arrivò la peste, portata da una gran massa di invasori persiani, parti e altre milizie orientali, afghani e indiani, unni e mongoli che tentavano di violare i confini per saccheggiare la Palestina l'attuale Turchie a la Siria; e forse anche entrare da quello che è il confine ungherese attuale.
L'imperatore Marco Aurelio, nato a Roma, il 26 aprile 121)- quello del famoso film- che trascorse la maggior parte della vita in guerra nella difesa dei confini dell'Impero riusci anche allora a fermare e distruggere qualche popolo di invasori, ma la peste si diffuse tra le truppe, e anche lui ne morì, a Vienna17 marzo 180.
Dopo le guerra, tornando alle rispettive regioni i legionari portarono dunque la peste contratta dagli invasori, malattia che uccise più del 30% degli abitanti del Continente europeo, minandone l'economia e la capacità militare.

Di questa tragedia rimane memoria nei racconti dei numerosissimi storici di allora e secoli successivi. L'impero occidentale fu anche indebolito da altre epidemie consimili provenienti dall'oriente per via dei commerci con India e Cina, e durò altri duecento anni scarsi dopo l'Imperatore qui raffigurato.
L'impero Romano Orientale invece sopravvisse ancora, e cadde ufficialmente mille anni dopo, nel 1452, abbattuto da quelli che oggi sono i Turchi. COSTANTINOPOLI DIVENNE ISTAMBUL E LA BASILICA DI SANTA SOFIA FU TRASFORMATA NELL'ATTUALE MOSCHEA.


PERCHÉ L'ITALIA RESTÒ SEMPRE DIVISA FINO AL XIX SECOLO.
L'italia non potè unificarsi e diventare una nazione come altre fino al XIX secolo a causa della presenza fisica del potere papale.
Usando il potere spirituale strumentalizzato a fini del loro potere temporale - i Papi impedìrono sempre la riunificazione dei popoli dello Stivale, opponendosi a chi provava a realizzarla, e non riuscendo a ottenerla neppure loro.
Per esempio il papa Adriano I  distrusse il regno dei Longobardi che occupava tutta la penisola, ma rifiutava la sua autorità, chiamando a eliminarli i Franchi di Carlo Magno nell'anno 774.

In anni meno lontani il papato osteggiò con ogni mezzo gli imperatori del Sacro IMPERO ROMANO-GERMANICO, per esempio Federico Barbarossa (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190), e suo nipote Federico II, Federico Ruggero di Hohenstaufen, (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), grande intellettuale, poliglotta e poeta, che tra l'altro fu anche il creatore della lingua volgare italiana, e fu scomunicato più volte dai papi.
La prima scomunica ci fu quando, recantosi in oriente per una crociata contro il Saladino lanciata dal Papa di Roma, invece di attaccare battaglia si accordò con lui e stipulò un trattato di pace.
Tra lui e il Saladino nacque allora una certa amicizia basata sulle conoscenze di matematica e filosofia che li impegnava in lunghe e dotte discussioni.
Alla fine prevalse il papato. Alla morte di Federico i suoi figli la pagarono cara, e la dinastia si estinse.

GIOVANDOSI DI UN DOCUMENTO DIMOSTRATOSI PLATEALMENTE FALSO (da Lorenzo Valla) - CIOÈ LA COPIA DELLA DONAZIONE DI COSTANTINO (º) - E PRETENDENDO DI PRIMEGGIARE SU TUTTI, IL PAPATO OSTEGGIÒ GLI IMPERATORI DISOBBEDIENTI E FOMENTÒ LE LOTTE IN ITALIA TRA GUELFI E GHIBELLINI.Maroc Aurelio
   Costantino si sottomette al Papa Silvestro? Ma quando mai!

Il documento, che pretende di essere la copia di un editto di Costantino del  324 d.c. Cita infatti la città di Costantinopoli, che non era all'epoca ancora stata nemmeno fondata (atto di fondazione nel 330 d.C), cita 'feudi' 'castelli' e altre istituzioni medievali che all'epoca non c'erano, e pretende che il papato prevalga sull'impero anche in ciò che attiene al potere temporale.
Figuratevi se Costantino, che era allora il Pontifex Maximus, tanto che come tale convocò il concilio di Nicea, lo avrebbe mai consentito.

I Papi tuttavia non riuscirono mai a unificare l'Italia sotto il loro comando, perché c'èrano città molto potenti e industriose come Venezia che riuscì a difendersi da sola contro tutti e anche contro i turchi, o anche La Firenze dei Medici che nel Rinascimento espresse anchge grandi Papi.
Come conseguenza delle idee della rivoluzione Francese e delle riforme di Napoleone Bonaparte, a dispetto della restaurazione del 1815, il progresso avanzava. Nel XIX secolo il papato perse il potere temporale a favore del Regno di Piemonte, che finalmente unificò la penisola intera.

Da cristiano penso che l'Antico Impero sia caduto perché era finita la sua funzione: cioè quella di permettere la propagazione veloce della dottrina cristiana nel mondo romanizzato e limitrofi.

(º) Donazione di Costantino”, un documento apocrifo (in altre parole: falso) risalente al 324, con il quale l’imperatore romano Costantino I concedeva al papa Silvestro I e ai suoi successori il primato sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Antiochia e Gerusalemme) e attribuiva ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità temporale su Roma, l’Italia e l’intero Impero Romano d’Occidente. Anche le vicende storice dei secooli successivi dimostrarono la falsità delel pretese paPAli.

 


Stefano Pelloni
  No fear! the Mercy of Jesus
  is INFINITE

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,1-12a.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

 

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VIVREMO