Atti degli Apostoli 9,31-42.
Come essere o diventare seguaci di Gesù Cristo nel mondo e nella propria situazione

L'altro ieri aspettavo nella sala d'aspetto della sesta circoscrizione del Comune di Roma (Tor Bella Monaca) la chiamata per presentarmi allo sportello a rinnovare la mia carta identità in scadenza.
Per impegnare bene il tempo, come faccio al solito in casi simili, leggevo sul piccolo schermo del mio iphone un tratto di un libro interessante e utile.
Mi si lasci dire che l'autore, Giuseppe Ricciotti (Clicca), sacerdote della Chiesa cattolica, meriterebbe come San Girolamo il titolo di dottore della Chiesa per via della completezza della esposizione e l'indicazione delle fonti e delle origini che non lasciano dubbi.
San Gerolamo
     San Pietro guarisce il paralitico      
Nelle sue opere in genere si danno notizie molto dettagliate e approfondite, che senza tema di smentita fanno sembrare molto ingenui e un tantino ignoranti -da cristiano non dico altro anche se proprio mi piacerebbe farlo- certi saccenti professori marxistoidi e magari massoni, che scrivono libri densi di sciocchezze e falsità sulle sacre scritture canoniche.

In particolare leggevo un brano de libro del Ricciotti sulle origini del testo che oggi commento, tratto dalla prima lettura della Messa di questa mattina.
Giuseppe Ricciotti prova senza dubbio alcuno che il libro degli Atti è autentico e che è stato scritto da Luca, di professione medico, lo stesso autore del Vangelo omonimo, a partire da poco tempo dopo la crocifissione di Gesù Cristo.

Nel brano di oggi il racconto si svolge con una naturalezza e un perfetto stile che i bravi giornalisti dovrebbero usare anche oggi, ai nostri giorni.
L'evangelista Luca -
si intuisce che è uno abituato alla sintesi, pur congiunta all'efficacia e alla completezza dell'informazione- usa infatti le regola cosiddetta del 5W1H.
Usare questa regola significa dare la descrizione essenziale di un qualunque fatto, dicendone il dove(Where)-cosa(What)-quando(When)-perché(Why)-chi(Who) e il come (How), cioè lasciando semplicemente parlare il fatto stesso senza fronzoli, così come accaduto.

La lettura di un brano degli Atti è sempre affascinante, tanto che si potrebbe leggere da cima a fondo tutto il libro senza annoiarsi, anche se in alcune parti, specie se lo si legge come fosse solo un romanzo, può risultare un po' meno avvincente.

Ma il dubbio può essere sempre e comunque in agguato e uno può trovare spiegazioni di fantasía a qualunque fatto.

In me il pensiero delle origini di questo libro e dell'insieme organico delle Scritture in cui la coerenza di ogni cosa ne prova la verità, rafforza la fede. Qui il racconto dei miracoli che San Pietro compie dovrebbe convincere chiunque che Gesù Cristo vive in lui e lo vuole fondamento e capo dei suoi fedeli.

Per non farmi assalire dal dubbio che satana è sempre pronto a instillare, mi rendo conto che la lettura del Vangelo o di qualche libro spirituale è fondamentale.
Per quanto mi riguarda oltre che la lettura quotidiana del Vangelo anche quella degli Atti è l'ideale.
Trattandosi di altre letture, a volte mi assale il timore che qualche sbaglio nella scelta, o anche qualche esagerazione o qualche eccesso di zelo dello scrittore mi facciamo venire dei dubbi pericolosi.
Per questo, nella sezione 'Spiritualità' di questo sito c'è un elenco di letture che vale la pena di fare senza timore.

Vorrei suggerirvi qui una lettura che mi ha molto coinvolto: Si tratta del 'Decenario allo Spirito Santo' di Francisca Javiera del Valle.


NOTA STORICA

Ricciòtti, Giuseppe.(Roma, 27 febbraio 1890 – Roma, 22 gennaio 1964) - Fu semitista biblista e archeologo, profondo studioso del Cristianesimo e delle sue origini.
Cittadino esemplare e cappellano militare. guadagnó una medaglia d'oro al valor militare nella prima guerra mondiale. Da qGiuseppe Ricciotti
 Sac. Giuseppe Ricciotti 
uesta sua drammatica esperienza scaturì e maturó, come egli stesso racconta nella presentazione, la sua opera più significativa: Vita di Gesù Cristo.
Il testo, pubblicato nel 1941, ebbe in seguito numerose altre edizioni da lui stesso curate.
Abate dei canonici regolari lateranensi fu uno studioso dell'Antico Testamento e delle origini del cristianesimo, professore di storia del cristianesimo nell'università di Bari (dal 1950).
Tra la sua vasta produzione, caratterizzata da posizioni cattoliche tradizionali, oltre agli studî critici e versioni di varî libri biblici, versioni dal greco (Giuseppe Flavio, 1937) e dal siriaco, spiccano:
la Storia d'Israele (2 voll., 1932-34); la Vita di Cristo (1941); il Paolo Apostolo (1949); gli Atti degli Apostoli (1951); e una monografia su Giuliano l'apostata (1956). È stato redattore dell'Enciclopedia italiana..



Decenario allo Spirito Santo di Francisca Javiera del Valle
Ed Ares - Milano

La povera sarta Francisca (1856-1930) visse nel paesino castigliano di Carrión de los Condes, presso Palencia, una esistenza oscura trascorsa nel laboratorio di cucito che serviva i Gesuiti del 'Colegio del Sagrado Corazón'.
Sorprende la profonda spiritualità e finezza delle sue opere, e la forza che molti teologi potrebbero invidiare con cui il lettore viene aiutato a conoscere, amare e pregare l'unico Dio in ciascuna delle sue persone.
Il libro delinea in dieci 'giornate'; un itinerario di preghiera che è pure un itinerario di santità in tutte le situazioni umane.
Si tratta di una meditazione sulla vita della Santissima Trinità e sulla nostra vita in rapporto con Essa, di una tale profondità e sapienza che si può spiegare solamente con il dono e l'illuminazione che Dio concede alle anime che lo frequentano con intimità: il dono della sapienza.


 




Atti degli Apostoli 9,31-42.

In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.
E avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda.
Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico.
Pietro gli disse: "Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto". E subito si alzò.
Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità, nome che significa "Gazzella", la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine.
Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore.
E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: "Vieni subito da noi!".
E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro.
Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: "Tabità, alzati!". Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere.
Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva.
La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.


 

Traduzione liturgica della Bibbia