Biografia - Opera principale - Esempio di ROI - Punti critici - La disuguaglianza

IL NEO COMUNISMO DI THOMAS PICKETTY.
(Dalla collana : Dio ci scampi dai professori - Lino Bertuzzi- Roma 08-03-2014)

PER CHIARIRE CHI È THOMAS PICKETTY NE DIAMO ALCUNE NOTE BIOGRAFICHE, COME SI POSSONO TROVARE SU WIKIPEDIA:
Piketty è nato il 7 Maggio 1971 a Clichy, un sobborgo di Parigi. A 18 anni venneBlabla
Simpatico ma ha idee pericolose per il mondo
ammesso alla École Normale Supérieure (ENS) dove ha studiato matematica ed economia. A 22 anni ottenne il dottorato di ricerca con una tesi sulla redistribuzione del reddito scritta alla EHESS e alla London School of Economics sotto la supervisione di Roger Guesnerie.

Dopo aver ottenuto il dottorato, Piketty ha insegnato del 1993 al 1995 come assistant professor al Dipartimento di economia del Massachusetts Institute of Technology. Nel 1995, è entrato a far parte come ricercatore del French National Centre for Scientific Research (CNRS) e nel 2000 è diventato direttore del EHESS.
Nel 2002, Piketty ha vinto il premio come miglior giovane economista francese e, secondo l'elenco fornito l'11 novembre 2003, è membro del comitato scientifico dell'associazione À gauche, en Europe, fondata dal Michel Rocard e Dominique Strauss-Kahn.

Nel 2006 Piketty è diventato il primo preside della.Paris School of Economics che egli ha aiutato a costituire.  Ha lasciato dopo pochi mesi il ruolo di consigliere economico della candidata socialista alle elezioni presidenziali in Francia del 2007 Ségolène Royal.Blabla
   Molto ricco, molto socialista. Grande fottitore
 e ha ripreso ad insegnare alla Paris School of Economics nel 2007.
Piketty è anche opinionista del quotidiano francese Libération e occasionalmente scrive per Le Monde..
Nell'aprile del 2012 ha firmato, insieme a 42 colleghi, una lettera aperta in sostegno del candidato socialista alle elezioni presidenziali francesi François Hollande che vinse poi nel maggio successivo contro l'allora presidente Nicolas Sarkozy.
Da questa biografia si capisce molto bene chi è Thomas Picketty .

Mi si consenta di puntualizzare che non apprezzo affatto le idee della gente di cui si tratta e di esprimere un desiderio : vorrei vedere il ricchissimo signor STRAUSS-KAHN distribuire le sue sostanze ai poveri, cioè quello che a New York alloggiò in un albergo da 2000 $ a notte prima di violentare una cameriera afroamericana.
Vane speranze! Gli intellettuali di sinistra quando fanno i soldi a spese dei fessi che ci credono, o anche quando li hanno di famiglia,  di solito sono così. Quelli di Roma abitano ai Parioli o al centro.



L'OPERA PRINCIPALE DI PICKETTY
Thomas Picketty è 'autore di numerosi articoli e libri. L'opera principale è il suo nuovo libro 'Il Capitale nel 21 ° secolo", riguardante la disuguaglianza sociale e i suoi effetti economici che dicono abbia stimolato un dibattito a livello mondiale sulle cause della disuguaglianza.
Egli ha recentemente riunito alcuni personaggi da noi sconosciuti (Tom Clark, Polly Toynbee, Andrew Lilico, e Richard Wilkinson) per parlare del suo nuovo libro Capitale nel 21° secolo; si discutono gli effetti sociali ed economici della disuguaglianza; e Henry McDonald spiega il contesto dell'arresto del presidente dello Sinn Féin, Gerry Adams, attribuendolo alla diseguaglianza sociale, appunto.
Il giornale socialista 'THE GUARDIAN' (Manchester) riferisce che si tratta di un libro denso di dati e di una analisi complessa: la sua intuizione centrale è che, poiché - secondo i socialisti inglesi - il ritorno sugli investimenti (ROI) per ricchezza esistente è in genere superiore al tasso di crescita dell'economia nel suo complesso, i ricchi diventano molto più ricchi di tutti gli altri.

A margine aggiungo che l'Inghilterra prospera proprio sulla finanza, mediante la Banca d'Inghilterra e le sue speculazioni globali. Per questo mi permetto due osservazioni:

  • di fronte alle mire egemoniche dei tedeschi l'Inghilterra, dapprima ha mantenuto la sua moneta, e poi ha abbandonato la zona euro.
  • tutti coloro che predicono sciagure sull'Inghilterra per via della Brexit rimarranno delusi. L'Inghilterra ha il commonwealth. E noi no.

 



DEFINIZIONE ED ESEMPIO DI 'Return On Investment - ROI'I è un indicatore utilizzato per valutare l'efficienza di un investimento o per confrontare l'efficacia di un certo numero di diversi investimenti.
Nel caso di un investimento finanziario, consente di decidere se si deve mantenere l'investimento o ritirare il denaro investito, o qual è la convenienza di investire in un titolo o in un altro.
Il metodo permette anche - ho utilizzato un metodo simile quando ero ancora al lavoro - di valutare l'opportunità di investire denaro per costruire o acquistare qualcosa, una casa o un impianto, o di valutare l'opportunità di modificare qualcosa che già esiste.

Per calcolare il ROI, il beneficio (ritorno) che si ottiene da un investimento si divide per il costo dell'investimento, e il risultato è espresso come percentuale o un rapporto.

Return On Investment (ROI) = ( G - C )/C

Ovvero, se da un investimento di 100 che escono me ne rientrano 105, avremo un ROI = ( 105 - 100 ) / 100 cioè un 5%

il ROI è un metodo largamente usato per via della sua semplicità e Blabla
Fallo, ma solo se vuoi essere alla moda
versatilità utilizzato molto  per valutare il ritorno da un investimento di capitale in titoli o simili, cioè da una operazione di compravendita finanziaria.
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L'investimento non dovrebbe essere intrapreso se non ha un ROI positivo, o se ci sono altre opportunità che hanno ROI più elevato.
In altre parole se calcolando costi e ricavi che di prebvede di ottenere da un investimento, se dal calcolo non risulta un ROI abbastanza positivo, oppure se ci sono altre opportunità con un ritorno maggiore, l'investimento non va fatto.

Esempio terra terra: Vorrei vedere se per la mia economia familiare risulya conveniente installare sul tetto del villino di mia proprietà un nuovo impianto con pannelli solari, di potenza di circa 5 KVA, con inverter e accumulatori per immagazzinare energia ed equalizzare i picchi. È chiaro fin dall'inizio che l'investimento deve essere ripartito su alcuni anni. Le domande che mi devo porre sono queste:

  1. Quanto tempo mi ci vuole per recuperare l'investimento?
  2. Quando durerà l'impianto? (#)
  3. Quando inizierò a guadagnare?
  4. Quanto vale il R.O.I. ? Il che equivale a dire: se investo dei soldi in buoni postali guadagnerò di più?

A seguire, metto qui una piccola tabella con i dati ipotetici di cui tenere conto per avere le risposte:



(*) Si dice che un impianto mantenuto in buone condizioni possa durare anche più di 30 anni, ma mediamente la vita utile di un impianto fotovoltaico varia dai 20 ai 25 anni, escluso l'inverter, che generalmente dura circa 10 anni.
I microinverter di nuova generazione, secondo i produttori, dovrebbero durare 25 anni come gli stessi moduli a cui sono applicati. Una volta che il capitale è stato rimborsato, il vantaggio da calcolare è il risparmio energetico meno i costi di manutenzione.

CONCLUSIONE
L'esempio che ho dato sopra, considerando le ipotesi di base l'investimento non risulta conveniente dal punto di vista economico, rispetto ad altro investimento che abbia un ROI positivo, considerando il lungo tempo necessario per recuperare il capitale investito e anche perché la durata effettiva degli impianti è relativamente breve. Tuttavia può essere pratico :

  • se le tasse sull'energia elettrica e gli oneri accessori sulle bollette sono elevati.
  • se il tasso di interesse è molto basso e se per favorire la produzione di energia verde lo Stato offre contributi o altre condizioni speciali.
    Se viene versato súbito l'intero capitale, cioè non si deve prendere alcun prestito, e si tiene conto solo della manutenzione annuale e degli interessi attivi perduti. In questo caso, il capitale può essere recuperato in qualche anno che è la condizione economica più favorevole.
  • Se si diminuisce l'onere del prestito anticipando una certa quota di capitale, il che equivale a diminunire l'impatto degli interessi, tenendo conto che si rinuncia al rendimento attivo della quota anticipata.e che la differenza tra l'interesse passivo praticato e quello attivo ha influenza.
  • Se l'investitore è relativamente di giovane età oppure può permettersi una minor durata del mutuo, cioè quella più breve. In tal caso l'investimento è conveniente.
  • In ogni caso è consigliabile fissare la durata massima del prestito inferiore a 15 anni, e prendere un prestito della minore durata possibile. Dopo un certo tempo il profitto va a zero perché all'aumentare del numero di anni il tasso di interesse annulla il vantaggio e cresce anche il rischio di dover rifare l'impianto prima che sia ammortizzato.

In ogni caso a me non conviene installare a casa mia un impianto del genere, perché il mio villino ha quasi cento anni, e solo Dio sa se vivrò abbastanza a lungo solo per recuperare i soldi che dovrei spendere per installare l'impianto.. E poi l'attuale tecnologia non mi dà ancora molta fiducia.

Ai miei vecchi tempi
Un investimento che si ripaga in più di qualche anno, ai miei tempi, quando occupavo dei miglioramenti e delle modifiche per aumentare la qualità dei prodotti e la produttività degli impianti in acciaieria, non era nemmeno considerato come un'opportunità.
All'epoca - qualche decennio fa - i volumi di produzione erano molto grandi e alcune parti dell'impianto si potevano migliorare con buon vantaggio e abbastanza facilmente grazie al progresso tecnologico.
Nella migliore delle ipotesi, all-inclusive, a causa della povertà del mercato dell'acciaio, l'alta direzione mi dava 1-2 anni di tempo, compreso il progetto e l'applicazione delle modifiche.
Quindi studiare e apportare modifiche a breve termine per abbassare l'incidenza del costo unitario di produzione o migliorare gli aspetti qualitativi del prodotto non era difficile, e i guadagni per l'azienda sono stati molto grandi.



PUNTI CRITICI DELL'IDEA DI PICKETTY

L'idea che ha della società il grande - si fa per dire - economista PIcketty, mi fa rabbrividire. Anzitutto vorrei sapere come fa a decidere che il ritorno sugli investimenti (ROI) per ricchezza esistente è in genere superiore al tasso di crescita dell'economia nel suo complesso.
Per esperienza io so che certi calcoli e i giudizi che comportano la stima di moltissime variabili e indici sono soggetti a interpretazioni ed errori, per cui devono essere presi con le pinze. Secondo me quella di Picketty è una affermazione gratuita.
In realtà escluse le furbe speculazioni puramente cartacee che generano ricchezza apparente e provocano il collasso periodico dell'economia, e che secondo me sarebbero sicuramente attività da vietare, le attività economiche generano sempre lavoro e quindi ricchezza. Che dire però di cantanti e attori famosi, calciatori, spacciatori di droga, tenutari di bordelli ?

Cantanti, calciatori, discoteche, prostituzione
Da tipico neo-marxista, forse Picketty non ha considerato che esistono attività che in prima battuta pare abbiano un ritorno economico enorme per chi le fa ma che pare generino poca ricchezza da distribuire.. Si tratta di quelle attività che con investimenti relativamente modesti generano una grande raccolta e concentrazione di denaro. E qualcuno diventa molto ricco, a centinaia di milioni come negli USA..
Che fa per esempio un cantante di successo? il ROI delle sue attività è stratosferico. E che cosa produce? Con investimenti relativamente modesti produce vibrazioni sonore che gli rendono milioni. E che ci fa il cantante con i milioni? Li investe o ci vive. E poiché più di tanto non può mangiare o drogarsi, o bere, ovviamente ci compera delle cose, o dei titoli, o delle aziende, o dei terreni, etc ..
E le cose che quello compera qualcuno le ha pur prodotte, o no? Analogamente si potrebbe dire per i calciatori e gli attori famosi, con i loro guadagni milionari, e anche addirittura per le prostitute o i prostituti. Chi ha denaro e lo impiega, non è il tipico 'Uncle Scrooge' o un Paperon de Paperoni - sarebbe un idiota - ma muove attorno a sé un mondo di produttori di beni e di servizi..

La quantità e la qualità del lavoro.
Insomma da tipico neo-marxista PIckett persiste nell'errore di considerare solo la quantità e non la qualità del lavoro. È quindi evidente che l'ora di lavoro del medico chirurgo ha per lui lo stesso valore monetario di quella del lavoratore ecologico.
Si badi bene che dal punto di vista morale ogni lavoro onesto ha uguale dignità e merita rispetto, ma pare anche che non sia giusto che chi svolge servizi più richiesti e di maggiore qualità, che magari lui solo è capace di fare, sia remunerato in modo uguale a quell'altro che svolge lavori per i quali non è necessaria alcuna specializzazione o impegno particolari.

Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri
Che i ricchi diventino sempre più ricchi, moltoimmensamente più ricchi di tutti gli altri, Blabla
    La ricchezza secondo Picketty
ma soprattutto che si mangino loro tutta la ricchezza disponibile affamando gli altri è la solita leggenda socialista, basata sull'invidia sociale tipica dell'intellettuale o del parente povero del milionario.
È l'odio, per chi è migliore o possiede beni che gli altri potrebbero raggiungere ma non hanno, trasmesso da costoro al proletario, contrabbandato per ansia di giustizia sociale.
La ricchezza, oltre ad ssere una categoria morale, va misurata rispetto al livello medio generale della società che si esamina. Nella realtà è proprio nelle società socialiste che, pur nella comune situazione di miseria, la diseguaglianza è maggiore. C'è l'intellighentia che gode di privilegi e dall'altra le masse dei poveracci.

Prendiamo ad esempio l'Italia: quando ero bambino súbito dopo l'ultima guerra vedevo passare un'automobile ogni morte di papa, i sedili dei tram erano di legno e i passeggeri puzzavano. Le strade erano strette, molte grazie all'autarchia erano lastricate di cemento, e un cono gelato del carrettino che sostava davanti alla scuola elementare costava 5 lire.
Raramente si mangiava carne, e chi aveva un'auto da 1500 cc di cilindrata era considerato ricco. Soltanto dieci anni dopo le strade pullulavano di automobili, il traffico era pazzesco e il clima era cambiato. Era iniziato il vituperato consumismo.
Oggi vediamo addirittura sui muri certe scritte tipo carne=cancro e cose del genere, si contano a milioni le persone che vanno in vacanza all'estero, addirittura quelle che vanno in crociera nei paesi esotici, e che usufruiscono del mezzo aereo per spostarsi.

Invece, se fosse vero quello che dice Picketty, io dovrei avere i pantaloni rattoppati, muovermi su una vecchia macchina sgarrupata, mentre la maggioranza della gente dovrebbe essere vestita di stracci e andare in giro in bicicletta.
Dovremmo anche essere tutti magri come stuzzicadenti. Di tanto in tanto si vedrebbe un personaggio grasso e lustro che passa in rolls royce guidata da un autista, e che sorseggia un whisky.
Dovrebbe essere insomma la tipica situazione che riscontriamo oggi nella repubblica democratica del Congo.
Questo può magari piacere a uno Strauss-Kahn, quello della camera d'albergo da 2000 dollari a notte a cui piacerebbe sbattersi le cameriere afroamericane, ma non a me.

 

LA DISEGUAGLIANZA SOCIALE E LE SUE CAUSE VERE

Il secolo XIX  è stato foriero delle teorie filosofiche negative che hanno influenzato e, direi, hanno appestato il mondo per due secoli: Karl Marx  e Friedrich Engels furono due allievi di Hegel, i quali, teorizzarono quanto di peggio ci può essere per il benessere della società umana.
Generalmente i tentativi di applicare le loro filosofie hanno portato ad aberrazioni genocidi e massacri. Alcuni dicono che, pur provocando disastri, hanno però indotto le reazioni salutari che hanno condotto a reazioni e cambiamenti positivi generalizzati della società.
Altri dicono che i cambiamenti della società che sono intercorsi sono dovuti all'introduzione delle innovazioni tecnologiche e derivano dalla globalizzazione dei mercati, e che i filosofi non c'entrano per nulla. E probabilmente in massima parte hanno ragione.
Alcuni di quelli che oggi sono i miliardari russi, una volta erano i dirigenti delle grandi aziende statali. E lo stesso accade in Cina Popolare, dove lo stato è diventato uno stato di polizia, e rimanendo una dittatura fa prosperare l'economia privata..
Grazie al prosperare dell'economia privata, oggi in Russia anche le canpagne più lontane dell'immenso paese stanno migliorando le loro condizioni, e in Cina forse nelle campagne non ci sono più morti di fame, come fino a qualche decennio fa. 
Comunque sia le diseguaglianze sociali esisteranno sempre, e oggi sono aumentate a causa della crisi finanziaria innescata dai banchieri negli USA. .
Ma non penso che la redistribuzIone della ricchezza esistente le ridurrebbe, dato che non potrebbe essere che coatta e inefficace. Anzi, come l'esperienza fallimentare dell'URSS insegna, casomai la diseguaglianza aumenterà, e a lungo andare avrà effetti disastrosi.

Le cause prime della diseguaglianza secondo me risiedono

  • Nell'inadeguatezza del sistema scolastico che fondamentalmente non riesce a comunicare la capacità di ragionare senza Blabla
    Poveri studenti, che razza di maestri!
    condizionamenti, a insegnare la logica per riconoscere la verità, e assai di rado comunica valori realmente positrivi. La cosa viene da lontano, scatenata dal tentativo comunista di rovesciare la società occidentale con il cosiddetto '68, che ha influenzato negativamente per decenni i futuri insegnanti. Per conseguenza ne hanno sofferto, ne soffrono e ancora ne soffriranno generazioni di discenti, con gravi pregiudizi all'apertura mentale e ai 'mores' della popolazione.
  • Nella mancanza di valori assoluti di riferimento che indirizzino la ragione, e nella predominanza del relativismo:  ogni idea e comportamento hanno pari validità e dignità. In altre parole l'essere razionale non ha alcun riferimento assoluto che lo aiuti a distinguere il vero da falso, il bene dal male. In mancanza di regole assolute, l'uomo si sente giustificato, libero anche di commettere qualsiasi nefandezza e abominio.  Per raggiungere un obiettivo che a torto o anche a ragione ritiene vantaggioso, l'uomo senza riferimenti assoluti usa senza remore qualunque mezzo, danneggiando inevitabilmente la società intera.
  • Nell'ateismo  materialista e anche nell'ateismo pratico oggi predominante. L'ateismo non capisce l'umano perchè lo riduce a pura materia, e così implicitamente si oppone ai processi vitali della libertà dell'uomo. In particolare l'ateismo neo-comunista, intende il pensiero spirituale come un attacco all'essenza cultural-filosofica su cui poggia la sua giustificazione storica, e crea così la religione della materialità con cui pretende di imporsi al mondo per instaurare un totalitarismo spietato in nome di una pretesa libertà ed eguaglianza delle persone.. 
  • Nel basso  livello della religiosità della popolazione e nell'ignoranza religiosa,  che riduce le capacità introspettive  e rende poco praticate le virtù civili e umane una volta riconosciute positive, comunicate anche dal livello di religiosità della società.

Gli effetti che ne derivano sono il diffondersi di idee derivanti da invidia e odio di classe e della corruzione morale e dei costumi. Propagare idee neo-comuniste e fraintendere gli insegnamenti evangelici, propagare ideologie pauperiste, o distributiste, che mortificano le capacità e la libertà dell'uomo e favoriscono pochi furbi, oltre a generare altra invidia e altro odio, ottiene come reazione l'effetto di ridurre la produttività del lavoro e di aumentare la miseria.
Dal lato opposto sono egualmente da esecrare coloro che utilizzano scorrettamente il sistema per arricchirsi a spese degli altri. Essi sono quelli che non basano la loro opera sulla amministrazione o gestione del lavoro produttore di ricchezza, ma come quei banchieri americani lo fondano sull'artifizio, con effetti distruttivi.

La regola che recita: 'a ciascuno secondo i suoi bisogni e da ciascuno secondo le sue possibilità' non può funzionare nel mondo reale per due motivi:

  • i bisogni di ciascuno non sono determinabili, se non con atto impositivo e liberticida: il socialismo reale, destinato a implodere per mancanza di efficienza e di libertà.
  • Ma mentre i bisogni magari si potrebbero calcolare con lo standard minimo di vita che qualcuno determina per gli altri sulla base di piani e programmi, limitando la libertà e mortificando i migliori, per le possibilità va ancora peggio. L'uomo non è un angelo, tutt'altro. Lavora e si impegna a fondo solo se ha interesse a farlo, cioè per l'interesse individuale. Un operaio occidentale, con condizioni di vita molto migliori di quelli della Russia Comunista di una volta produceva parecchie volte di più della norma stabilita dal governo comunista. A un certo Stakanov, che superava sempre la norma giornaliera, fecero addiritttura un monumento! Oggi sappiamo quali erano le condizioni di vita e di lavoro inumane dell'URSS! Altro che storie!

Gli uomini, in quanto esseri umani hanno uguali diritti fondamentali, MA NON nascono uguali né per caratteristiche fisiche e capacità mentali, né per ambiente, né per censo, e quindi non potranno mai essere uguali in nessun momento del corso della loro vita.
Tutti invece hanno uguali diritti a potersi formare studiare e lavorare e vivere decentemente o al meglio che è a essi possibile, ma nella libertà, e ad essere tutelati contro i soprusi dei più forti.
Per raggiungere questo obbiettivo sicuramente non serve mettere in pratica le idee neo-comuniste, pauperiste, o distributiste, che mortificano le capacità e la libertà dell'uomo, minimizzando la produttività e distribuendo egualmente la miseria ma affrontare di petto le cause prime di cui sopra. L'ateismo e l'irreligiosità possono essere anche intelligentemente combattuti da ognuno di noi, nel suo ambito lavorativo e familiare.Ma, anche se lo si fa senza sbagli, ci vorranno generazioni per migliorare.